Dai palchi alla libreria, il salto di Sebastiano Piccione, direttore di produzione e stage manager, è stato meditato e inevitabile. Ha pubblicato “La mia vita, che spettacolo!” edito da Letteratura Alternativa, con la prefazione dell’amico Roby Facchinetti. Piccione si svela nei suoi lati più intimi e personali, nei suoi incontri fondamentali per la sua crescita professionale e umana e nel suo rapporto con la nativa Sicilia e con tutti i luoghi che lo hanno accolto. Visum lo ha intervistato.
Lo stallo di ogni attività del mondo della musica e dello spettacolo dovuto alla pandemia da Covid 19 ha catapultato Seba, come lo chiamano amici e addetti ai lavori, in un mondo fatto di silenzi e riflessioni, di chiusura e inattività, lontanissimo da quello della sua professione che lo ha visto occuparsi di grandi musicisti e cantanti italiani e stranieri, tra i quali i Pooh, Pino Daniele, Ligabue, Carmen Consoli e di personaggi come Fiorello. Stavolta Sebastiano sale su un altro palco, è quello che racconta la sua vita, divisa tra lavoro e famiglia legata dal filo rosso della musica.
Quando hai pensato che fosse giunto il momento di raccontarti?
“Il momento non c’è mai stato e non era neanche un mio sogno nel cassetto poi per puro caso ho conosciuto i ragazzi di letteratura alternativa, ed è iniziato un bel periodo di collaborazione, sfociando in un incontro sulle canzoni dei Pooh ma recitate con ospite Roby Facchinetti……A quel punto in quei giorni mi dissero: ’Perché non scrivi un libro e racconti la Tua avventura’, la mia risposta fu perché chi se lo compra? A convincermi furono loro Pablo Toussant e Romina Tondo che mi risposero ‘già fai un lavoro difficile ‘lascia qualcosa hai tuoi figli” è così iniziai a scrivere complice il lokdown”.
I tuoi ricordi e esperienze professionali si intrecciano con quelli personali, sono entrambi uniti dalla musica?
“Nel libro cito una frase per me importante: ‘ho passato più tempo al lavoro per il divertimento degli altri che a crescere i miei figli”.
Racconti di tanti incontri professionali che si sono trasformati in amicizie durature e sincere. Ti va di ricordarne qualcuna?
“Be l’amicizia più importante è quella con Roby Facchinetti dopo 14 anni con i Pooh ha deciso di tenermi al suo fianco ….poi ha anche fatto la prefazione del libro…..ma dico anche che questo tipo di rapporti sono mosche bianche….con tanti lavori instauri un bel feeling, ma alla fine gli sei servito tuto qua…..dico ‘cari artisti vi abbiamo servito grazie alla nostra professionalità, ma non saremo mai i vostri servi’”.
La prefazione è di Roby Facchinetti. Come lo hai conosciuto e quanto è stato fondamentale il suo incontro per la tua professione e per la tua vita?
“Come dicevo prima quando approdai nel mondo Pooh scopriii un mondo fantastico fatto di grande professionalità ed umanità, come dico sono erano quattro artisti sul palco e debbo dire che ho imparato tanto da loro, poiché pretendevano ma nel contempo davano e non è da tutti”.
Il sud e il nord sono sempre presenti nella tua vita. Quanto devi alla tua Catania?
“La mia Catania è stata la mia culla quello che ho imparato l’ho imparato li“.
La pandemia e l’assenza di lavoro. Cosa ti ha insegnato questo periodo di stasi?
“Sarò duro nel descrivere il periodo della Pandemia….mi ha insegnato a dividere l’amicizia con la conoscenza, il rispetto con il menefreghismo ed il non doversi aspettare nulla anche da chi poteva starti accanto anche con un semplice gesto…..in tanti hanno fatto elogi ai lavoratori dello spettacolo, solo per farsi belli sui social, ma pochi veramente hanno fatto qualcosa”.
Il libro è stato apprezzato da addetti ai lavori e non solo, a chi lo dedichi?
“Lo dedico alla mia famiglia, agli amici, ai tecnici dello spettacolo, che stanno soffrendo come me, in questo momento…..ma la dedica più importante va, a mia madre scomparsa a luglio, la quale mi ha insegnato il vero amore per la musica”.
Cristina Marra