Francesca Nunzi, stella del palcoscenico, talento innato, una delle più apprezzate e versatili interpreti del teatro. Italiano ha riaperto la mini stagione del Teatro De’ Servi –che si concluderà il prossimo 6 giugno – con il suo spettacolo, divertente e brillante, Le Dee Cadute, ovvero La caduta delle Dee in scena fino al 20 maggio. Visum l’ha intervistata.
Francesca, chi sono Le Dee Cadute?
“E’ un monologo molto brillante dove io immagino che anche le dee perdano quella magia dell’eternità divina e siano, anche loro sono soggette alla caducità del tempo, piombando nella triste condizione umana, che le porterà a rivedere il loro antico stile di vita. Inizio spiega Visum la Nunzi – il mio monologo con Giunone, la dea per eccellenza, e poi via via Minerva, Venere, Diana, fino a Ebe, dea ubriaca a cui piaceva molto il vino e il bere”.
Ha qualche affinità con qualcuna di queste dee?
“In fondo queste dee sono delle mie sfaccettature, sono tutti lati che fanno parte del mio carattere: c’è l’insicura, la cinica, la buffona, la spiritosa, la menefreghista, un puzzle di come sono fatta io”.
Si riaprono i teatri. Come ha vissuto il periodo della pandemia?
“Debbo ammettere che per noi artisti non è stato facile rinunciare alla nostra professione. Non sono stata con le mani in mano: ho scritto il mio terzo libro, Uomini senza uccello, che mi sta dando delle belle soddisfazioni e molte donne lo stanno acquistando. Poi ho fatto la mamma – confessa – la moglie e ho pensato al futuro, ai progetti che partiranno dalla prossima estate”.
E’ stata allieva di Gigi Proietti nel suo Laboratorio. Che ricordo ha di lui?
“Tutti i giorni è ancora dentro di me, quello che so fare lo devo solo a lui. Per me è stato un vero Maestro, perché mi ha fatto capire cosa fosse la professione di attore”.
Ha dei rimpianti?
“No, volevo fare questo mestiere. Se no avessi fatto l’attrice, mi sarei interessata di psicologia infantile. Amo molto i bambini, il loro mondo mi ha sempre affascinato, studio i loro comportamenti, li capisco”.
C’è un ruolo che le piacerebbe e desidererebbe fare a tutti i costi?
“Sì, vorrei ‘beccare’ un ruolo che mi faccia diventare popolare, conosciuta al grande pubblico della Tv, un po’ come Elena Sofia Ricci in Che Dio ci aiuti! Un ruolo che mi facesse svoltare, per rilassarmi un po’, senza affannarmi alla ricerca di nuovi lavori”.
Che progetti ha per l’estate ormai imminente?
“Curerò con Milena Miconi, la stagione teatrale di un villaggio turistico in Toscana, a San Vincenzo. Poi farò qualche serata qua e là in giro per l’Italia, in attesa della prossima stagione teatrale autunnale”.
Giancarlo Leone