Il teatro Manzoni di Roma ritorna alla normalità! Si riapre la stagione con la commedia Oggi è già domani, scritta da Willy Russell, versione italiana di Jaja Fiastri, interpretata da Paola Quattrini. Visum l’ha incontrata.
“Intanto voglio dire che sono felicissima di tornare in scena con questo spettacolo, un piccolo gioiello che porto in scena da vent’anni. Uno spettacolo ideale per tornare a sognare, un segnale importante per il teatro, un bagliore di luce dopo tanto buio. Qui interpreto – spiega a Visum – Dora Valenti, una casalinga con un marito assente, rompiscatole, distratto e due figli egoisti. Parla e riflette sulla sua esistenza parlando al muro della cucina al quale confida sogni, desideri, ricordi. Rappresento una ventina di personaggi con i loro caratteri, le paure, le emozioni. Quando lessi per la prima volta il testo – aggiunge – mi sembrava quasi un giallo, che mi faceva stare con il fiato sospeso. Specialmente le donne si ritroveranno molto in questa commedia che fa ridere, pensare, riflettere”.
“No, assolutamente, è un personaggio molto diverso da me. Lei vive sempre nella stessa cittadina, rimane chiusa sempre a casa. Io invece sono una donna ribelle, un’istintiva che prima agisce e poi pensa. A differenza di Dora la mia vita è felice”.
“Ho iniziato così casualmente, ma avevo il DNA della recitazione. Ero e sono dotata di una prontezza nel recitare. Mi dicevano di fare una cosa e la riproponevo. Riuscivo ad immedesimarmi in quello che dovevo fare. Capivo al volo ed entravo nel personaggio. Da allora – commenta – è iniziata la mia carriera, ho lavorato con grandi attori, registi. Il teatro è la mia vita, la mia ragione di vita che mi ha fatto diventare quella che sono oggi”.
Una folgorante carriera e tanti ruoli interpretati. A quale di questi è più legata?
“Dora Valenti, il personaggio di Oggi è già domani e Blanche DuBois del dramma di Tennessee Williams, Un tram che si chiama desiderio, un personaggio femminile ricco di sfumature”.
“No, un libro l’avevo già scritto anni fa. Mi è sembrato di vivere in un incubo, ci ho messo un bel po’ prima di realizzarmi. Non avevo mai vissuto – dice Paola Quattrini – un periodo così, fatto di privazioni, paure, solitudine. Io che sono una donna frenetica, che non sto mai ferma, ne ho sofferto; ma stavolta mi sono seduta sul divano, mi sono rilassata. Non riuscivo a leggere perché mi frullavano in testa tante idee, ma ho seguito mia figlia, ho avuto un vero dialogo con lei, che mi è mancato per anni. Ma ho girato anche un corto – aggiunge – con un gruppo di giovani intitolato Fedora, dove ho vestito i panni di Fedora Ducan. Con il soggetto e la sceneggiatura di Enrico Andrea Marrari sono stata premiata al Dubai Indipendent Festival e al Festival di Los Angeles”.
“Riguardo il pregio nel lavoro ho una grande calma, affronto le situazioni difficili, le risolvo. Il difetto? Nella vita sono molto irrequieta, un po’ rompina”.
Chi è Paola Quattrini in tre aggettivi?
“Un’attrice, una donna fortunata che fa un lavoro che le piace, una persona che sa comunicare agli altri delle emozioni”.
“A breve inizierò le prove di uno spettacolo di Luca De Bei, prodotto da Marioletta Bideri, Slot, che sarà presentato a luglio in anteprima al prossimo Festival di Borgio Verezzi. Con me Paola Barale e Mauro Conte. Poi, a novembre, riprenderemo in tournée lo spettacolo Se devi dire una bugia dilla grossa, interrotto l’anno scorso a marzo per il lockdown”.
Giancarlo Leone