Roma a Palazzo Braschi celebra l’avvenimento con dipinti, disegni, sculture, con apparati multimediali, installazioni immersive e altro. E’ curata da Flavia Pesci, Federica Pirani, Gloria Raimondi. Resterà aperta fino al 26 settembre 2021.
La mostra che è promossa da Roma Cultura, Sovrintendenza capitoline ai beni culturali e si avvale di un importante comitato scientifico con organizzazione di Zetema Progetto Cultura, si divide in tre settori urbanistiche e mutamenti socio-culturali. Il racconto si snoda con circa 60 opere tra dipinti, sculture, disegni, grafica fotografie e materiale commentario, che documentano il passaggio tra Ottocento e Novecento fino all’avvento della prima guerra mondiale.
Un momento importante durante il percorso sono le foto straordinarie scattate dal conte Giuseppe Primoli nel 1888-1904, straordinarie per il periodo. Apparati didattici e multimediali, installazioni immersive e video, con citazioni di scrittori italiani e stranieri, permettono di osservare lo svolgimento del commercio, l’industria, lo sport, la via sociale e mondana.
Alcuni spezzoni del film “La presa di Roma” del 1905 diretto da Filotete Albertini sono messe vicino al quadro di Michele Cammarano “La Breccia di Porta Pia” che tratta dello stesso argomento. Il filmato è stato presentato in primis a sulle mura di Porta Pia e in seguito riproposti nelle ricorrenze della data, considerato un documento storico.
La ricorrenza di questo avvenimento è rappresentato oltre che dal dipinto di Cammarano anche da quelli di Bartolena, Ademollo e Tanzi anche da foto originali che ricostruiscono l’evento. Ai ritratti dei protagonisti come Mazzini, Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele, si alternano molti dormenti e dipinti che celebrano il Plebiscito con opere di Vincenzo Giovannini e Luigi Riva.
Il drammatico rapporto tra Roma e la povertà unita alla malaria è documentato dal grande dipinto di Federico Zandomeneghi! I poveri sui gradini di San Gregorio al Celio. Un altro punto è il rapporto tra Roma e il Tevere con il trasporto, gli scambi commerciali e lo svago che gli abitanti consideravano costante pericolo legato alle frequentissime piene. Le opere esposte con dipinti, foto e planimetrie, testimoniano i due aspetti di questi interessi.
Si vede poi il cambiamento urbanistico della città tramite l’esposizione di modelli, progetti architettonici e si parla degli edifici costruiti in quegli anni che raccontano la storia delle demolizioni tra Via Nazionale e Corso Vittorio Emanuele accompagnati da documenti più significatici della trasformazione di Roma con la nascita della nuova Sinagoga, rappresentata dal modello del Tempio Maggiore e da bozzetti inaugurata dalle celebrazioni di Roma Capitale. Il grande salone del museo è dedicato a un’ideale passeggiata attraverso Roma tramite numerosi manifesti prestati dal Museo Salce di Treviso. Con l’elezione di Enrico Nathan a Sindaco di Roma c’è una trasformazione totale della Capitale sia dal punto scolastico che sociale, dimostrato anche dalla grande Esposizione nella Capitale del 1911.
La mostra termina con lo scoppio della guerra con i suoi sconvolgimenti politici, e si chiude con le opere celebrative di Giacomo Balla e Edoardo Gioja.
Una mostra che pur celebrativa risulta interessante e esaustiva.
Anna Camia