A Spoleto nel Museo Diocesano è ricomposto il trittico del pittore tardogotico detto il Maestro della Madonna Strauss, visibile fino al 3 ottobre 2021, grazie al generoso prestito dei Musei Vaticani che detengono gli scomparti laterali. dal titolo: “Madonna in trono con Bambino e due angeli”.
Grazie al generoso prestito dei Musei Vaticani si è potuto ricomporre il trittico Madonna col Bambino e due angeli per la prima volta. Infatti, negli scomparti laterali ci sono le figure di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che scamparono al terremoto del 1703, che rientrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentate in Vaticano fino dal 1867. La mostra è curata da Daniela Breda, curatrice del reparto per l’Arte Bizantina dei Musei Vaticani, Stefania Nardoccini, curatrice del Museo Diocesano di Spoleto e Anna Pizzamarino dottoranda in Storia e Beni Culturali della Chiesa, alla Pontificia Università Gregoriana.
In occasione del restauro delle due parti laterali dell’opera, conservati all’interno della Collezione Vaticana, si è studiata l’importante iconografia della due sante Paola Romana e Eustochio, madre e figlia, che vissero all’epoca di San Gerolamo. E’ stato anche studiato a fondo lo scomparto centrale. Le ricerche hanno individuato nel Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentaria, dove è raffigurata una Madonna in trono col Bambino ed due angeli reggicortina. Il dipinto pur privato della parte anteriore è stato individuato come parte centrale del dipinto considerato perduto. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di “Maria Santissima di Piè di Castello”.
Per far comparare i tre elementi del trittico, è stata necessaria una ricerca scientifica di fondo, per cui La Madonna di Spoleto è stata inviata al Gabinetto delle Ricerche scientifiche dei Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove sono stati esaminati nell’essenza lignea, i pigmenti, le intersezioni le incisioni, che ne hanno confermato la piena compatibilità. Nel reparto per l’Arte bizantina-medievale, hanno poi continuato le ricerche e sono giunti all’ipotesi costruttiva, con l’idea di approfondire lo studio dell’opera di un pittore di grande qualità, certamente non abbastanza studiato e celebrato a confronto con l’opera La Madonna e il Bambino tra due angeli del Museo di Arte Sacra e Religiosa Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.
Vari sono i motivi che hanno portato a questa scelta. Si tratta di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più importanti del tempo, destinati a cappelle di zone rurali di Umbria e Toscana e poi divisi e venduti in parte come opere autonome, oppure dispersi. Aver ritrovato la Madonna di Abeto di Preci e quella di Vicchio del Mugello fa comprendere la devozione e il legame affettivo con il territorio. Grazie a questi ritrovamenti, è stato possibile rilevare le dimensioni della Madonna di Spoleto, duramente colpita dal terremoto del 1703.
Due momenti del percorso artistico del Maestro della Madonna Strass, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1416, in cui si può notare come l’artista si stia lentamente avvicinando al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte gli insegnamenti di Lorenzo Monaco e Gerardo Sarnina, conservando però un suo stile personale nella sua arcaicità. Il restauro non ci ha consegnato la Madonna di Spoleto integra, ma ha permesso di comprendere al meglio il periodo, nel quale è stata dipinta.
Savina Fermi