Lo scorso 5 luglio, esattamente alle 16.20, ci ha lasciato Raffaella Carrà e la notizia ha scosso me e l’intero Paese, una notizia che ci ha lasciato tutti a bocca aperta. Non perché incantati dal suo talento innato, grande, ma perché nessuno se l’aspettava. E’ stata come una deflagrazione e la triste notizia è corsa veloce in tv, nei messaggi dei telefonini, nei commenti sui social, ha fatto il giro del mondo perché Raffaella Carrà era una star internazionale, amata ovunque, soprattutto nei paesi ispanici. Un mio ricordo prima da fan e poi da giornalista.
Tutti la amavano non solo per le sue doti artistiche ma anche per la sua innata simpatia e profonda umanità. A dare la notizia, Sergio Japino, suo compagno per anni e amico di sempre: “Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”.
Sono passati più di dieci giorni dalla sua morte, ma sui social è tutto un insieme tra foto, copertine, ricordi, canzoni, pezzi dei suoi show che messi insieme danno forma ad un ricordo collettivo di quelli clamorosi. E forse è il tributo più giusto per un’Artista con la A maiuscola che ha voluto lasciare un segno soprattutto per il suo lavoro, senza escamotage e inutili gossip.
Anch’io, come tanti colleghi, gente di spettacolo, addetti ai lavori, amici che l’hanno conosciuta ho un mio personale ricordo, prima come fan e poi come giornalista di televisione e di teatro. Ho seguito tutta la sua carriera, la ricordo fin da quando debuttò con successo con il varietà televisivo Io, Agata e tu, fino agli ultimi varietà e le sue “carrambate”. Il mio ricordo, eccolo. Correva l’anno 1970 e andava in onda, come ogni anno per quel periodo – dall’ottobre e fino al 6 gennaio dell’anno successivo – Canzonissima, lo show di punta che accompagnava per 13-14 settimane i sabati sera degli italiani.
La tv era ancora in bianco e nero e quell’anno una nuova coppia, formata per l’occasione, presentava la kermesse canora del sabato sera: Corrado, beniamino del pubblico, famoso per i tanti varietà presentati fin dai primi anni ’60, e una nuova showgirl, Raffaella Carrà, reduce, come dicevo, dal successo del varietà tv del sabato sera, Io, Agata e tu, con Nino Ferrer.
Io già da allora, avevo solo 13 anni, avevo il pallino dello spettacolo, quel mondo fatto di luci, lustrini, paillettes mi affascinava e continua ad affascinarmi: non avevo ancora le idee chiare su cosa avessi voluto fare “da grande”: l’autore, il regista, il presentatore, lo scenografo, tutte cose che mi appassionavano, basta che fosse un mestiere legato allo spettacolo. Niente di tutto questo, ma da adulto, quale sono adesso, mi sono ritrovato a fare il giornalista esperto di tv e teatro, sempre un qualcosa, comunque, legato allo spettacolo, per rispettare una certa coerenza. Ma torniamo al mio ricordo.
Nel 1970, anno di quella Canzonissima, come anticipato avevo solo 13 anni. Sognando di fare già la tv, facevo finta di essere anch’io nel cast di quella trasmissione e di avere un angolino musicale tutto mio: ogni volta mi immaginavo di essere presentato dalla Carrà per eseguire ogni sabato un brano, una canzone tra le più famose del momento, sia italiane che straniere. Quanti sogni, quanti ricordi, quante illusioni. Ecco la Carrà che mi presentava: “Signore, signori è arrivato il momento dell’angolo musicale di Giancarlo Leone che questa sera ci canta…..” e io annunciavo la canzone e la cantavo realmente, facendo finta di essere in quel contesto.
Chi l’avrebbe detto che dopo più di 40 anni mi sarei trovato faccia a faccia ad intervistare più di una volta Raffaella Carrà in occasione delle sue tante trasmissioni? Questa cosa che sto raccontando a voi, a Raffaella non gliel’ho mai raccontata. Sicuramente si sarebbe divertita e mi avrebbe regalato quella sua risata unica ed inconfondibile.
Ciao Raffaella. Ti ricorderemo sempre con il tuo ombelico scoperto, la tua risata inconfondibile e per quel tuo caschetto biondo che, qualunque mossa facesse, tornava sempre perfettamente e magicamente al suo posto. Sei stata e rimarrai l’ultima vera grande soubrette completa, ineguagliabile. Grazie Raffaella per tutto quello che ci hai donato, con tanti momenti di allegria, ma anche di commozione e di riflessione.
Giancarlo Leone