Ha aperto finalmente Palazzo Grassi che era stato chiuso per restauro sei mesi. In questa occasione e per celebrare i 160 della sua fondazione, viene presentato Hpervenezia un progetto “Venice Urban Photo Prfoject” realizzato da Mario Peliti. E’ visibile dal 5 settembre 2021 al 9 gennaio 2022.
Questa mostra HIPERVENEZIA, abbastanza particolare è curata da Matthieu Humery conservatore della collezione Pinault, presenta un percorso immersivo al primo piano espositivo di Palazzo Grassi attorno a tre installazioni: una di circa 400 fotografie che compongo un ideale percorso di Venezia, una mappa self-specific della città composta da un mosaico di circa 900 immagini generalizzate, che offrono una panoramica di Venezia, e un’installazione video di oltre 3000 fotografie che scorrono, accompagnate da una composizione musicale di Nicolas Godine.
Mario Peliti dal 2006 inizia ad esplorare la città di Venezia con l’obiettivo di raccogliere il più grande e organico archivio della città mai realizzato e di offrire l’intero tessuto urbano nella sua complessità e umanità, creano cosi’ 12.000 scatti rigorosamente in bianco/nero, caratterizzarti dalla medesima condizione di luce senza ombre e soprattutto senza esseri umani. Hypervenezia risulta oltre una esperienza visiva particolare, Venezia come la conosciamo scompare e appare una Venezia vuota e senza tempo, che caratterizza una città senza abitanti.
Visitare la mostra risulterà certamente magnifico e soprattutto istruttivo. Questo progetto ha preso l’avvio nel 2006 in pellicola e dal 2013 con il medium digitale. Il progetto recupera la forma delle grandi campagne dei Maestri dell’Ottocento e Novecento come Eugene Atget e Gabriele Basilico a John Davies, per poter restituire una percezione il più esaustiva possibile della città, come appare del nuovo millennio.
Le immagini sono oltre 12.000 e sono scattate con le stesse modalità di ripresa in bianco/ nero senza ombre e senza persone. Questi aspetti apparentemente secondari consentono di non dare identità temporale alla percezione della città. Inoltre l’’omogeneità della luce, permette di osservare la sua costruzione stilistica e architettonica. Altri sono i molti vantaggi tra i quali la continuità di questo archivio che offre la omogeneità della visione e della continua coscienza della città. La continuità dell’informazione fotografica continuerà fino al 2030.
Alla fine del 2018 è stato firmato un accordo tra Marco Peliti e l’Istituto Centrale il Catalogo e la Documentazione e la Sopintendenza per il Paesaggio e Archeologia e Belle Arti dell’area metropolitana di Venezia per la creazione di un fondo digitale presso l’ICID.
Troppo lungo sarebbe immettere la biografia di Mario Peliti, nato a Roma nel 1958. Vive e lavora tra Roma e Venezia. La sua formazione è di architetto, ma è editore, artista, fotografo, gallerista e creatore di un’agenzia di relazioni pubbliche.
Anna Camia