Al Palazzo del Governatore di Parma dal 18 settembre 2021 al 14 gennaio 2022 è aperta una grandiosa mostra per Parma Capitale della cultura 2021. Ha per titolo: “Parma Opera palcoscenico della cultura” e occupa 20 stanze del Palazzo del Governatore.
L’esposizione curata dalla storica dell’arte Gloria Bianchino e dallo studioso verdiano Giuseppe Martini su progetto scenografico a cura Margherita Palli Rota p prodotta del Comune di Parma e realizzata dalla Casa della Musica in collaborazione con il Teatro Regio di Parma. La mostra intende esplorare il rapporto tra l’opera e la società e lo fa mettendo in mostra 514 pezzi tra volumi antichi, quadri, stampe, fotografie, libretti d’opera, documenti d’archivio, costumi, oggetti di scena, e materiali audiovisivi provenienti da 75 prestatori tra pubblici e privati.
Tra questi I Vesperi Siciliani tela di Francesco Hayez, Papa Urbano II sulla Piazza di Clermont recita la prima Crociata della Fondazione Cariplo di Milano; il dipinto Au Theatre di Federico Zandomeneghi 1885-1895) dell’Istituto Matteucci di Viareggio; una Sezione di ritratti di Lina Cavalieri, tra i quali Ritratto di Lina Cavalieri di Cesare Tallone del 1905 della Galleria Campari di Milano; e la serie di fotografie di Francesco Paolo Michetti dello Studio Alinari di Firenze; il lacerto W Verdi dei Musei civici di Treviso; il librettino originale dell’Orfeo di Monteverdi della Biblioteca Teresiana di Mantova; un pezzo di Balenciaga da Costumi Tirelli di Roma.
Benchè sia nata come divertimento per l’aristocrazia, l’opera nel tempo è divenuta popolarissima e un’identità del popolo. Nelle 20 sale del Palazzo del Governatore, in tre sezioni è spiegato tutto il percorso intellettuale che si è sviluppato nel tempo, come i libretti abbiano allargato le conoscenze linguistiche e abbiano fatto conoscere al pubblico meno erudito scrittori come William Shakespeare, Victor Hugo, Alexandre Dumas. Inoltre fanno parte del territorio di Parma autori come Giuseppe Verdi e diretto d’’orchestra quali Arturo Toscanini. In mostra ci sono anche locandine , cartoline e caricature, riviste e calendari che nel corso degli anni hanno mostrato come rappresentare l’opera.
Nelle stanze 1- 2 “ c’è la nascita e la maturità dell’opera, nella Stanza 3 la Censura-Nella 4 protesta politica, nella 5 e 6 Opera e regimi, nella stanza 7 e 8 opera, politica e contemporaneità. E’ stato proprio il suo successo a farla mettere sotto osservazione dal sistema politico, sia per orientare la morale, che per impedire che non si veicolassero contenuti pericolosi per il potere. La storia dell’opera è un continua lotta contro il potere per avere la libertà artistica del compositore. Il teatro è stato scelto spesso come luogo di protesta, ma la contestazione come nel periodo rinascimentale e nei regimi del Novecento.
La stanza 10 Stare all’opera dimostra come questa sia stata un’attività sociale. La Stanza 11 figure della memoria e la 12 opera e parole, la 13 il gesto e il personaggio, La 14 l’Opera è donna, la 15 La passione per l’opera. Il teatro è memoria personale, memoria collettiva che ha permesso di acculturarsi attraverso i libretti. L’ultima sezione è dedicata al materiale che si è raccolto nel tempo, attraverso la comunicazione dell’opera. L’Opera appresa stanza 17, Opera da leggere, Opera da ridere- Stanza 18 L’opera fuori dal teatro- Stanza 19 Il mito dell’opera-Stanza 20 L’opera riprodotta.
Verso la fine dell’Ottocento iniziano a circolare produzioni grafiche tra spartiti, materiali fotografico come cartoline. calendarietti, e compaiono sui giornali, locandine e manifesti. A queste si aggiungono le prime recensioni degli spettacoli e poi le forme più popolari come le Bande e il teatro dei burattini. Nel tempo divenendo più diffusa l’opera inizia a essere uno spettacolo per tutti.
Una mostra che più esaustiva di così non poteva esserci.
Anna Camia