A Palazzo Cipolla Via del Corso a Roma sede di grandi mostre internazionali, c’è dal 26 settembre 2021 una grande mostra dedicata a QUAYOLA, artista romano di origine ma londinese di adozione, uno dei più importanti artisti della media-art a livello internazionale.
QUAYOLA viene presentato dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emanuele F-M. Emanuele, e realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia ed è curata da Jerome Neutres e Valentino Catricalà.
Sono ormai più di vent’anni che la Fondazione sotto la direzione del Prof.Avv.Emmanuele F.M. Emanuele presenta a Palazzo Cipolla, grandi mostre partendo dal Cinquecento e il Barocco per arrivare alle culture dei mondi lontani come Cina, Giappone, India e Russia sovietica, per arrivare alle testimonianze più importanti dell’arte contemporanea e le testimonianze di mostre come quella di Rockwell, Edward Hopper e Bansky.
Ora tocca a Davide Quayola con la tecnologia digitale e i percorsi immersivi, con l’arte tecnologica e generativa, artista tra i più importanti della media-art a livello internazionale.
La mostra presenta quasi tutta la vita espressiva di Quayola dal 2007 al 2021, che risulta veramente un viaggio immersivo nella sua arte, e le opere sono decisamente belle. Il progetto espositivo si svolge in tre aree tematiche: iconografa classica, sculture non finite, e pittura di paesaggio.
Quayola servendosi di sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo, ricostruisce la storia dell’arte creando una nuova prospettiva, impiegando un linguaggio innovativo capace di riflettere la sua prospettiva del mondo digitale. L’artista esplora le infinite possibilità di formalizzazione dl idea creativa, sfruttando le possibilità offerta dalla tecnologia.
In questo modo il processo creativo diviene così la base dl opera stessa. Quayola non utilizza gli algoritmi solo o semplicemente per creare opere d’arte, ma ci restituisce strumenti indispensabili di rilettura della nostra società contemporanea. Dipinti rinascimentali e del barocco sono trasformati in complesse trasformazioni digitali, attraverso metodi computazionali e le sculture che prendono spunto dal non finito michelangiolesco, sono scolpite mediante mezzi robotici grazie alle possibilità offertigli dalla tecnologia. Seguono paesaggi di arte generativa che paradossalmente hanno somiglianza tra il mondo naturale e il mondo digitale.
Quayola sviluppando un insieme di lavori sia immateriali come i video, che materiali come stampe e sculture, ci fa comprendere il processo di immaterialità che di fatto è una forma di materialità.
Questa è la prima mostra che l’artista presenta a Roma. Ha esposto al V&A Museum di Londra, Park Avenue Armony, New York, Palais de Tokyo, Parigi, per citarne solo alcune. Ha partecipato alle Biennali di Sao Paulo, e a diversi Festival. Ha esposto a Bologna e Modena.
Una mostra molto interessante, non facilissima, con belle opere, e molto contemporanea.
Savina Fermi