Questa mostra aperta il 30 settembre che sarà visibile fino al 20 febbraio 2022, coinvolge oltre al Museo del Novecento anche altri musei della città come Palazzo Vecchio, Museo dell’Opera del Duomo, Museo degli Innocenti e Casa Buonarroti, praticamente è diffusa in tutta la città. E’ stata ideata e curata da Sergio Risaliti direttore del Museo del Novecento. La mostra è promossa dal Comune di Firenze, organizzata da MUSE e sostenta da Gagoisian.
E’ una mostra diffusa e grandiosa dedicata all’artista Inglese figurativa Jenny Saville, (1970) che rappresenta un incontro unico tra antico e contemporaneo, e fa un modo che il pubblico scopra l’’opera dell’artista inglese, tramite una serie di dipinti e disegni degli anni ’90 e lavori realizzata apposto per la mostra. L’artista trascende i limiti tra figurativo e astratto, riuscendo a trasfigurare la cronaca in un immagine universale, un umanesimo contemporaneo, che rimette al centro della storia dell’arte la figura.
Jenny Saville, ricostruisce un serrato dialogo con la grande tradizione pittorica europea in confronto con il modernismo di un valido confronto con Willem De Kooning e Cy Twombly e la ritrattistica di Pablo Picasso e Francis Bacon.
Il percorso della mostra mette in evidenza la grande corrispondenza di Jenny Saville con i grandi del Rinascimento italiano, in particolare con Michelangelo. Come ben delineato dalla grandezza delle opere e la sua ricerca incentrata sul corpo e sulla figura femminile.
Il Museo del Novecento presenta un centinaio di opere tra le circa duecento esposte, tra dipinti e disegni che vanno dagli anni ’90 del Novecento al Duemila fino agli ultimi mesi. Nel loggiato esterno del museo è aperta una vetrata esterna sulla piazza, che rende visibile notte e giorno una grande opera che raffigura una ragazza cieca, Rosetta II (2000-2006) appoggiata sull’altare della ex chiesa dello Spedale, quasi una figura mistica. Le altre opere messe vicine a quelle rinascimentali meritano di essere osservate.
Nella Sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio viene esposta l’opera monumentale di maggiore risonanza, Fulcrum che fece conoscere bene la Saville con la sua prima personale, (Jenny Saville Territorie alla Gagosian Gasllery1999), che ben si sposa con le opere del Salone delle Battaglie, affrescato dal Vasari e della sua Scuola e con Il Genio della vittoria di Michelangelo. L’opera dell’artista sembra voler stabilire un confronto con il linguaggio della la scultura, date le dimensioni monumentali delle sue immagini.
Il dialogo dell’artista con le opere del Buonarroti continua nel Museo dell’Opera del Duomo nella sala dove si conserva La Pietà Bandini, dove è esposto un disegno alto tre metri al quale l’artista si è dedicata dopo un sopraluogo di o due anni or sono a Firenze. Nel disegno Study of Pietà del 2021, si vede un ragazzo senza vita portato come Nicodemo che potrebbe essere un nemico, un rifugiato politico e altro, essenza del compianto.
Nella Pinacoteca del Museo degli Innocenti la concezione della figura femminile e la maternità di Jenny Saville è racchiusa nel dipinto The Mothers del 2011 di forte valore educativo. Qui è anche esposto il grande disegno Byzantium del 2018, accompagnato da vari interventi di colore.
A Casa Buonarroti luogo della memoria e della celebrazione di Michelangelo, sono esposti i disegni di Jenny Saville Study for Pietà (2021) e Mother and Child (2009), che rendono omaggio ai disegni di Michelangelo.i genio della vittoria di Michelangelo. Ci sono anche i dipinti Aleppo del 2017-18 e Compas del 2013, legati alla contemporaneità.
Considerata l’erede della Scuola di Londra come Bacon, Freud e Andrews, Jenny Seville considera che ci siano ancora grandi potenzialità da esplorare nel figurativo. L’artista per esplorare le potenzialità artistiche del corpo, lavora con i modelli e con le foto che a volte ricava dai giornali, per rilevarne tutte i riferimenti necessari a esprimere ciò che desidera. Se questi sono i risultati ci riesce in pieno.
Una mostra interessante che richiede un soggiorno che non sia da “guarda e fuggi”, e che valga un viaggio a Firenze.
Savina Fermi