La radiovisione conquista il pubblico italiano. Questa l’analisi del Censis, che attesta come sia un medium ritenuto professionale, affidabile, in diretta, fruibile su qualunque schermo.
La radiovisione conquista il pubblico italiano
La radiovisione conquista il pubblico italiano. Questa l’analisi del Censis affiorata nel 2° Rapporto intitolato La transizione verso la radiovisione. Il report è stato presentato a Roma da Anna Italia del Censis e discusso da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide, Igor De Biasio, Amministratore Delegato di Arexpo e Consigliere di Amministrazione della Rai, Massimo Giletti, giornalista e presentatore radiofonico e televisivo, e Massimiliano Panarari, saggista e sociologo della comunicazione presso l’Università Mercatorum.
Non è un caso, quindi, che l’utenza quotidiana della radiovisione, sia aumentata del 4,7% nel primo semestre del 2021. Nell’anno della pandemia, 5 milioni di italiani l’hanno scoperta per la prima volta sugli schermi televisivi.
La radio batte tutti i media in termini di credibilità
La radio batte tutti i media in termini di credibilità. E non teme le playlist digitali: per il 90% degli italiani l’intrattenimento e l’informazione live sono insostituibili.
La radiovisione è in sintonia con gli stili di vita degli italiani. Più di 4 milioni di italiani seguono ogni giorno la radiovisione dagli schermi televisivi. Sono aumentati del 4,7% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma gli italiani che guardano anche saltuariamente la radio in tv superano gli 11 milioni. Più di 5 milioni nell’ultimo anno e mezzo hanno scoperto per la prima volta la radiovisione sugli schermi televisivi.
Coloro che seguono i programmi radiofonici da device diversi da quelli tradizionali, sono complessivamente più di 19 milioni. L’81,4% degli italiani è convinto che la radiovisione sia un nuovo media, che combina i contenuti di qualità della radio con le infinite possibilità di ascolto e di visione in diretta su una molteplicità di schermi: il televisore, il pc, il tablet e lo smartphone.
Superata la prova della pandemia. I programmi radiofonici sono usciti bene dall’infodemia scatenata dall’emergenza sanitaria. Per l’82,6% degli italiani la fiducia nella radio è rimasta invariata nell’ultimo anno, per il 6,1% è aumentata.
La radio batte tutti gli altri media. Perché la fiducia nella tv è aumentata per il 5,8%, quella nella stampa per il 2,7%, quella nel web solo per il 2,5%.
Redazione