A Palazzo Reale di Milano sino al 30 gennaio 2022 c’è la mostra “Corpus Domini Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima” curata da Francesca Alfano Miglietti.
La mostra che è promossa da Palazzo Reale Comune di Milano Cultura in collaborazione con Marsilio Arte e Tenderstories, si avvale delle opere di 11 artisti noti nazionali e internazionali contemporanei, esposte per la prima volta in Italia, che raccontano la varietà dell’essere umano. Il titolo si riferisce alla scomparsa del corpo vero a favore del “corpo dello spettacolo”.
Dal corpo glorioso al corpo della consapevolezza, dell’invenzione, della alterità, al corpo del contemporaneo, da un lato come corpo dello spettacolo nelle sue forme più poetiche, dall’altra quelle del lavoro, della solitudine.
Il confine tra reale e l’immaginario è sempre meno riconoscibile secondo gli schemi della nostra vita condizionati dalle televisione, dai computer, dai videogiochi, dai smartphone, come afferma Francesca Alfano Miglietti che prosegue: “Lo schermo annulla la distanza tra lo spettatore e la scena, lo invita ad immergersi dentro gli offre una realtà a portata di mano, su cui la mano non ha alcuna presa”.
Le nuove forme di rappresentazione sono analizzate in un percorso di mille metri quadrati, che vanno dal corpo vivo della Body Art all’iperrealismo, al mutamento dei canoni estetici della rappresentazione e della potente evocazione dell’individuo tramite o suoi resti, le sue tracce i suoi rivestimenti.
In effetti un racconto che vuole far riflettere sulla crisi dell’esperienza sensoriale, provocata dall’avvento di una cultura che propone corpi perfetti, modificati, ripensati, prodotti e riprodotti e alfine definitivamente finti.
Le opere in mostra sono di: AES+F, Janine Antoni, Yael Bartana, Zharko Basheski, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Vlassis Caniaris, Chen Zhen, John DeAndrea, Gino de Dominicis, Carole A. Feuerman, Franko B, Robert Gober, Antony Gormley, Duane Hanson, Alfredo Jaar, Kimsooja, Joseph Kosuth, Charles LeDray, Robert Longo, Urs Lüthi, Ibrahim Mahama, Fabio Mauri, Oscar Muñoz, Gina Pane, Marc Quinn, Carol Rama, Michal Rovner, Andres Serrano, Chiharu Shiota, Marc Sijan, Dayanita Singh, Sun Yuan & Peng Yu, Gavin Turk.
A questa mostra hanno collaborato molti musei, fondazioni, archivi, gallerie private, e collezionisti che hanno contribuito alla sua realizzazione in Italia e all’estero, che per la prima volta pensa al concetto di umanità nel periodo del Covid- 19.
Dopo le opere degli iperrealisti si arriva ad altre tipologie narrative dove il corpo è evocato più che rappresentato, dove sembra essere svanito lasciando solo le tracce di dove è stato attraverso i suoi abiti, oggetti da lavoro, così come le mutevoli condizioni sociali del periodo contemporaneo.
Una menzione speciale è per Christian Boltanisky scomparso di recente che è presente con l’opera Le Terril Grand-Hornu del 2005.
Una sezione speciale è quella dedicata alla Vergine, una specie di Stanza privata in collaborazione con l’Archivio La Vergine, di cui sono esposte opere, alcune delle quali hanno caratterizzato il suo percorso critico, e poi libri documenti e fotografie che testimoniano la sua valida e notevole ricerca nel campo della Body Art, riferimento indispensabile nella narrazione relativa al corpo.
In questa occasione è pubblicato da Marsilio Editore un catalogo bilingue italiano-inglese che contiene il saggio della curatrice e i saggi di Vincenzo Argentieri, Franco Berardi, Furio Colombo., Francesca Giacomelli, Gianfranco Ravasi, Massimo Recalcati, Carla Spangaro, Gino Strada, Moreno Zani.
La mostra ha avuto il sostegno del Grand Hotel et de Milan, e di Butterfly Transport e di Humana People to People Italia per la realizzazione dell’opera di Boltanski.
Anna Camia