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    Categories: Libri

Intervista con Antonio Castronuovo autore di Il Dizionario del bibliomane

Lo scrittore Antonio Castronuovo ha pubblicato per Sellerio Il Dizionario del bibliomane. Visum lo ha incontrato.

Come nasce l’idea del dizionario e come si è svolto il suo lavoro di ricerca?

Il libro è nato ‘alla rovescia’: avevo un saggio già semi-compiuto, quando mi sono accorto che la materia (la bibliomania) è soggetto piuttosto monotono: un vizio in cui accadono sempre le stesse cose. Per cui ho deciso di frantumare tutto e alla fine ho ottenuto 225 scenette. Ho assegnato loro un titolo tematico e la forma del dizionario è giunta di conserva: mettere in ordine alfabetico quei titoli. È sorta così la parodia di un dizionario tematico, ma il libro ne ha guadagnato in leggerezza e leggibilità”.

 

Bibliofilo e bibliomane, qual è la differenza?

Una differenza enorme, è sufficiente risalire agli etimi. Il bibliofilo ‘ama i libri’, il bibliomane è già nella fase della mania: li ama al punto che ne è ossessionato e non riesce a frenarsi: deve cercarli, acquisirli, accumularli… In alcuni casi la sua ossessione diventa davvero patologica, e si delineano le forme gravi della bibliofagia o della bibliotafia (lasciar scritto che si vuole finire nella tomba con alcuni dei propri libri)”.

 

Qual è la mania più diffusa tra i bibliomani?

Certamente quella dell’accumulo fine a se stesso: rendere le proprie abitazioni dei magazzini di carta, al punto che i libri (è davvero accaduto) diventano anche dei giacigli, delle coperte, dei muri”.

Accumulare libri non sempre significa leggerli tutti, è così?

È proprio così. Il problema prende vita già nella fase della semplice attrazione per i libri: tutti noi acquistiamo libri che poi non leggeremo. È un fenomeno comune: nella casa di ogni amatore di libri che ne sono tanti, troppi mai letti”.

 

Ingordigia, passione, ossessione librarie. Per un libro si può anche rubare o compiere altri crimini?

Certo, ed è quasi impossibile riassumere tutti i crimini (perlopiù furti, ma si registra anche il reato dell’omicidio) compiuti per la passione smodata dei libri. Il mio volumetto riporta vari episodi in merito: il lettore avrà di che divertirsi”.

 

 

 

Quali sono i sintomi iniziali e più comuni che fanno intuire che si è afflitti dal morbo?

L’impossibilità di frenarsi davanti a una bancarella di vecchi libri: avvicinarsi e capire che ne compreremo fatalmente uno, forse due, forse tre…”.

 

 

Quanto l’odore dei libri è ancora una malìa?

Tantissimo: tra i miei piaceri ‘librari’ sta quello di tornare adagio a casa dopo averne comperato uno, salire le scale, aprire la porta, raggiungere la mia ‘cameretta’ e mettere finalmente in atto il rito: tirare fuori il libro dal sacchetto del libraio, spalancarlo con entrambe le mani e ficcare il viso tra le pagine, mentre il naso aspira forte: quel magnifico odore dura pochi giorni, poi si riduce, fino a scomparire. Lì finisce la malìa, anche se dopo decenni il libro acquista un altro odore, quello del tempo, e chi è appassionato può tornare a goderne con l’olfatto”.

Qual è la collezione più stravagante in cui si è imbattuto?

 

Poiché faccio parte del cosmo italiano della Patafisica, riesco a visitare varie collezioni dei prodotti di quel mondo; ed è sempre uno spettacolo stravagante: libri esagonali, libri a forma di mutanda, libri sghembi, libri tondi ecc. ecc.”.

 

Un bibliomane presta un libro o soffre del distacco?

 

Sta scherzando? Il bibliomane, come anche il più moderato bibliofilo, sanno bene che un libro prestato non torna indietro. E non basta, perché il bellimbusto che lo ha preso in prestito fa anche il furbo: dimentica (fintamente) di averlo, lo presta a sua volta, fa il noncurante: una vera faccia tosta. Nei casi peggiori ci scrive sopra come fosse suo. La soluzione è una sola: quando ci chiedono un libro in prestito bisogna semplicemente dire ‘no’. Sembra una cattiveria, ma serve alla nostra salute. Nel ‘Dizionario del bibliomane’ il tema è ampiamente trattato, con interessanti esempi di sonetti quattrocenteschi che servivano a esorcizzare chi prendeva volumi in prestito”.

Lei che tipo di bibliomane si considera?

Non sono un bibliomane, o meglio: non lo sono più. Lo sono stato a tratti nella vita: ho cominciato ad accumulare senza riuscire a frenarmi. Ma sono guarito. Oggi sono un bibliofilo appassionato, perché secondo me il libro è l’oggetto materiale più interessante che l’uomo abbia inventato, ma non eccedo. Compio visite settimanali in libreria, con acquisto ponderato di un pezzo, ma per il resto: più passa il tempo e più mi accorgo che ho voglia di leggere libri che già possiedo, i famosi mille libri che abbiamo in casa e abbiamo solo sfiorato una, due volte. Ecco: giunge prima poi il loro turno, ed è un piacere anche questo..”.

Cristina Marra

 

 

 

 

Cristina Marra: giornalista pubblicista, si occupa di critica letteraria da diversi anni con particolare riferimento alla narrativa giallo-poliziesca. È stata direttore artistico di numerosi festival tra Festival Lipari Noir, Arena Faletti di Ombre Festival, Calabria Noir Festival, Bologna on the road, le strade del noir, Festival del Giallo di Cosenza. È organizzatrice di diverse rassegne letterarie e ha scritto racconti noir presenti in diverse antologie.È Direttore della collana noir Emozioni d'inchiostro noir e Piccoli noir dell'editore Laruffa.