Mariano Sabatini ha recentemente pubblicato il volume intitolato “Scrivere è l’infinito” edito da Vallecchi Firenze.
Mariano Sabatini Scrivere è l’infinito Vallecchi Firenze. Tecniche, rituali e manie dei grandi narratori, con questo sottotitolo “Scrivere è l’infinito” di Mariano Sabatini, incuriosisce e attrae ancora di più il lettore. Non solo, lo conduce in un’indagine appassionante e appassionata, su oltre cento scrittori italiani e stranieri, sui loro metodi e approcci con la pagina bianca, e sul loro rapportarsi con il mondo della scrittura.
Non a caso definisco il testo di Sabatini un’indagine, perché da noto e apprezzato autore televisivo e conduttore radiofonico e padre del giornalista investigativo Leo Malinverno, protagonista dei suoi due romanzi noir di successo, si riconferma un abile detective della parola e sa fiutare le belle scritture e i talenti narrativi.
Chi meglio di lui può condurci tra le pagine di Andrea Camilleri e Jeffery Deaver, Gabriella Genisi e Maurizio De Giovanni, Lisa Ginzburg o Amitav Gosh?
“Scrivere è anche tendere all’infinito. Perdersi nell’infinito” secondo Sabatini, ma è anche metodo rigoroso, fatica e scelta di seguire emozioni e esigenze. L’autore ci guida alla scoperta di segreti e abitudini, ci svela sue intuizioni vincenti, ci emoziona con i ricordi legati a autori indimenticabili e se “la notte, a letto. E anche il pomeriggio, prima e dopo la pennichella Andrea Camilleri inseguiva la moltitudine di spunti narrativi che gli arrivavano”, invece “Grazia Verasani si è ritrovata tante volte senza idee, senza energia, riuscendo solo a scrivere pensieri su quaderni-diari che aggiorna da una vita”.
L’indagine narrativa di Mariano Sabatini svela e rivela anche la sua scrittura personale e il suo rapporto creativo con i personaggi. “Quando si lavora a una storia arriva sempre il momento in cui, per fortuna, i personaggi compiono un ammutinamento e detronizzano il narratore onniscente. La bravura sta nello spingerli verso quel baratro salvifico. La caduta senza rete porta a soluzioni impensabili”. E’ proprio vero, scrivere è l’infinito!
Cristina Marra