Al Sala Umberto di Roma TADDARITE (ovvero Pipistrelli), scritto e diretto da Luana Rondinelli. Con Donatella Finocchiaro, Claudia Potenza e Luana Rondinelli. In scena fino al 5 dicembre
Al Teatro Sala Umberto di Roma è andato in scena uno spettacolo di grande impatto emozionale, specialmente per chi, come lo scrivente, ha origini siciliane; ed è quindi in grado di apprezzarne totalmente tutte le sfumature linguistiche del “siciliano”, che costituiscono un valore aggiunto in assoluto al testo, che si intitola Taddarite. Già il nome è evocativo: questa parola, infatti, si usa per indicare i pipistrelli, ovvero i classici animali notturni.
TADDARITE al Sala Umberto di Roma
E si spiega il perché di questo titolo: la storia costituisce non a caso il racconto di una notte molto speciale, di una notte in cui tre sorelle, Maria, Franca e Rosa, snocciolano rosari e requiem per Carmelo, marito di Maria, da poco deceduto.
Un racconto di una notte molto speciale
Vestite di nero, come da rigorosa tradizione antica, le tre sorelle pregano e piangono, accogliendo parenti, amici e vicini di casa, che vengono a rendere omaggio al defunto. Però, non appena la gente si allontana, smettono immediatamente di piangere e disperarsi: e si scopre che stavano semplicemente fingendo!
La scomparsa di Carmelo, infatti, è stata una forma di liberazione, per Maria; e dai dialoghi, emerge una verità del tutto inattesa: tre matrimoni celebrati con altrettanti uomini sbagliati; e in questa nottata le tre sorelle si dicono cose che non avevano mai avuto il coraggio di rivelarsi: “Il velo del silenzio, del pudore, delle bugie viene squarciato da un vortice di confessioni e dall’esplosione di emozioni, in un chiacchiericcio di musicalità e pungente ironia le donne vengono trascinate in un’atmosfera surreale”.
Con queste parole Luana Rondinelli, Autrice, nonché regista e coprotagonista dell’atto unico, racconta la dinamica emozionale che domina tutta la pièce, alla cui base si colloca una “grottesca e ilare visione drammatica della vita di queste donne, che hanno finalmente il coraggio di affrontare con sarcasmo le violenze che non avevano mai osato confessare.”
Una storia di donne che hanno sempre subito, ma che finalmente, fingendo di piangere sulla salma di Carmelo, rivelano tutta la loro voglia di riscatto, di ritrovarsi, di reagire.
Una bella storia, ben scritta e ben interpretata
In definitiva, una bella storia, ben scritta e ben interpretata, che racconta con indubbia efficacia il sapore di Sicilia, di una Sicilia di altri tempi, ovviamente, ma arricchita dal sapiente uso del linguaggio dialettale, dai richiami alle antiche tradizioni, dal canto di antiche nenie, come la “canzone di Sant’Antonino”.
Un atto unico in cui alla realtà del racconto scenico si alternano dei ricordi, dei flashback ben costruiti
Un atto unico in cui alla realtà del racconto scenico si alternano dei ricordi, dei flashback ben costruiti, riuscendo spesso e volentieri a infarcire di paradossale comicità una situazione di per sé drammatica, come drammatica può e sa essere la morte!
In altre parole, abbiamo assistito veramente a un bel lavoro, accolto con grande interesse ed entusiasmo dal pubblico presente in sala!
Salvatore Scirè