Uomini da marciapiede al teatro Lo Spazio. Fino al 12 dicembre, è in scena lo spettacolo scritto e diretto da Pino Ammendola, che lo vede anche protagonista con Giorgio Gobbi e Pietro Bontempo. La pièce racconta una storia di solitudini, di vite ai margini di tre prostituti che abitualmente “battono” lungo un viale di Roma. Tre uomini soli abbandonati al loro destino.
Uomini da marciapiede al teatro Lo Spazio. Fino al 12 dicembre, è in scena lo spettacolo scritto e diretto da Pino Ammendola, che lo vede anche protagonista con Giorgio Gobbi e Pietro Bontempo.
E’ una notte particolare, silenziosa. Come dicevamo, su un viale periferico alle porte di Roma, tre uomini-prostituti come sempre aspettano clienti. Sono uomini soli che fanno il mestiere più antico del mondo più per cercare compagnia che per denaro.
Poi c’è il tenero Ciccio, che sembra una “Barbie” vestito di rosa, sempre vissuto con la madre, ora morta, personaggio interpretato da Giorgio Gobbi.
E’ proprio strana quella sera: non passa un’automobile, nessuno si ferma, sembra proprio che anche la città si sia dimenticata di loro, dimostrando la propria indifferenza. All’inizio i tre prostituti ridono, non se la prendono più di tanto, ma poi con il passare delle ore cominciano ad innervosirsi, vomitandosi addosso le proprie nevrosi e scatenando situazioni di comicità al limite del paradosso. Il tempo scorre ancora ma l’angoscia per questi tre uomini si fa sempre più drammatica.
Ma perché quella notte non succede nulla? Perché si sta svolgendo la partita, proprio a Roma, fra Italia e Brasile. La partita finisce e quel silenzio si tramuta in chiasso, rumori di motori d’auto, clacson che suonano all’impazzata. Ma per loro ci sarà un tragico finale, che trasformerà quel vuoto assoluto in un’enorme confusione. Ma loro non la sentiranno mai: ahimè, si sono suicidati, ma perché, convinti di essere abbandonati dal mondo intero che invece era distratto dal calcio. Se non si partecipa a questo rituale laico, quello del calcio per l’appunto, si è tagliati fuori da tutto.
Uomini da marciapiede, senz’altro da vedere e da non perdere, per riflettere su certe problematiche e diversità e sul perché si vengano a creare.
Giancarlo Leone