L’officina dell’Arte è un’altra cosa, così recita il motto della compagnia teatrale di Peppe Piromalli che sabato 22 gennaio ha alzato il sipario del teatro Cilea di Reggio Calabria, con la stand up comedy Neanche il tempo di piacersi di e con Marco Falaguasta, il primo spettacolo del nuovo anno del cartellone 2021-22. Visum lo ha intervistato.
Intervista a Peppe Piromalli direttore artistico di Officina dell’Arte. Attore e direttore artistico, Piromalli fa della novità, dell’entusiasmo e della normalità le sue tre parole vincenti per un 2022 all’insegna del ritorno del pubblico a teatro, “nel pieno rispetto delle della salute e dei protocolli anticovid”, afferma il patron, “c’è tanto bisogno di sentire di nuovo gli applausi e il calore umano e le emozioni che solo l’atmosfera teatrale sa trasmettere e suscitare”.
Ancora prima dello spettacolo di Falaguasta, Piromalli ha riservato una grande sorpresa alla sua città, la nascita di uno spazio per l’ODA, una casa indispensabile e necessaria per accogliere, elaborare, promuovere scambi culturali o anche solo per salutarsi e per sentirsi parte di un piccolo grande luogo in pieno centro cittadino a due passi dal Cilea che è anche il botteghino del teatro.
“Era un’idea che avevo in mente da tanto tempo – racconta Piromalli, il cambio delle nuove regole ci dava accesso a teatro solo pochi giorni prima degli spettacoli, e soprattutto il contatto col pubblico era inesistente. Volevo uno spazio piccolo ma grande di contenuti umani – continua il direttore – una sede operativa che potesse essere anche punto d’incontro per invitare ospiti, presentarli alla stampa, una casa tutta nostra dove far entrare gente e far uscire idee, nuove collaborazioni e tanti amici”.
Peppe, la tua è stata una scelta a dir poco coraggiosa vista la stasi provocata dalla pandemia, ma com’è stata accolta dagli habituès del teatro e dai cittadini?
“La curiosità è stata tanta, il pubblico conosceva le problematiche del Cilea e in un certo senso le subiva. Questo anno artistico è di transizione e secondo me è un buon segnale, un buon inizio. Leggo negli occhi di chi entra nello spazio ODA per prendere i biglietti o anche solo per curiosare, la contentezza e la necessità di normalità e di novità, e dai commenti e apprezzamenti che mi rivolgono capisco che la mia fatica è ripagata. Appena possibile porterò tutti gli artisti nella casa di ODA e di ognuno di loro resterà qualcosa, sarà un grande contenitore di relazioni umane e di testimonianze artistiche”.
Anche esordire nel 2022 col one man show di Falaguasta è stata un’altra scelta importante perchè l’attore non aveva mai recitato a Reggio. Hai puntato tutto sulle novità?
“Sì, ho bisogno di nuovi stimoli e sono sicuro che anche il pubblico cerca novità ed è voglioso di assistere a spettacoli innovativi, e fortemente attuali come quello proposto da Falaguasta, che è uno spaccato di vita vera infarcito di ironia e satira che col sorriso trasmette messaggi importanti diretti anche agli spettatori più giovani. Con Oda vengo da quattro stagioni con sold out in ogni spettacolo prima della pandemia, adesso vista la situazione ci vuole coraggio per andare avanti e superare le difficoltà, e ci vuole anche tanto entusiasmo e di entrambi fortunatamente ne ho da vendere.
Hai iniziato la sesta stagione al Cilea con “U sapiti com’è” a dicembre 2021, hai dovuto invece rinviare per Covid il secondo spettacolo a cui tenevi molto?
“Sì e ti ringrazio di averlo voluto ricordare, si tratta di Italiani brava gente che mi vede anche in veste di attore, e racconta la voglia di ricominciare a vivere di sei italiani nella New York degli anni Cinquanta. Debuttiamo a febbraio a Roma e a Reggio invece andremo in scena il 29 maggio”.
Sei attore e direttore artistico e ti occupi anche di un altro teatro di Reggio Calabria il Metropolitano.
“Il Metropolitano è un piccolo teatro reggino di circa cento posti dove per la nuova stagione, ho proposto un cartellone di spettacoli importanti artisticamente, ma più contenuti per quanto concerne materiali di scena, rispetto a quelli del Cilea. Esordiremo il 13 febbraio con ‘Rispetto’ scritto e diretto da E.M. Falconi con Ester Botta”.
Le tue due vite sopra e dietro il palcoscenico sicuramente ti divertono entrambe ma qual è quella in cui Peppe si sente più a proprio agio?
“Non potrei rinunciare a nessuna delle due, insieme mi danno energia e voglia di continuare a credere nella forza e nella magia del teatro. Sicuramente, la parte attoriale è quella più faticosa e anche la più adrenalinica. Mettere su un calendario di eventi ti permettere anche di entrare nei panni del pubblico, di scegliere il meglio per soddisfare le richieste e le aspettative, insomma mi divido in due attività che mi completano”.
Cristina Marra