Italo Zuffi una mostra al MAMbo e a Palazzo De Toschi. Recentemente si è aperta al MAMbO la mostra Fronte e retro, mostra personale di Italo Zuffi, che ha la sua conclusione il 9 maggio alla Banca di Bologna a Palazzo De Toschi. In esposizione 50 opere.
Il MAMbO con questa mostra continua la sua opera per far conoscere le eccellenze artistiche del territorio dalla fine anni ‘60 ad oggi. E’ una mostra molto estesa, che permette di conoscere l’iter artistico di Italo Zuffi. Dopo il MAMbO la mostra avrà la sua conclusione con tre grandi opere nella Sala dei Convegni del Palazzo De Toschi, che cosi vedrà per le prima volta esposto un artista italiano. Per il MAMbo si vedono le opere che dalla metà anni Novanta arrivano al 2020.
Italo Zuffi una mostra al MAMbo e a Palazzo De Toschi
La mostra si vede per nuclei tematici che da sempre sono il metodo di lavoro di Zuffi, con forma scultorea presenta idee di costruzione e distruzione/caduta; di lavoro e di dispersione di energia; di mollezza e di rigidità; di fragilità e di competizione. Le opere esposte al MAMbo più di 50, tra sculture, fotografie, video e performance, dove nel tempo si è sviluppata la tematica di Zuffi.
Tra i lavori più noti The Remainder l’immagine di un corpo giovane che si tende sino allo spasimo e Perimetro, all’interno del quale un corpo cerca di stabilire la sua relazione con lo spazio, creando un senso di attesa e perpetua irrisoluzione.
Nella Sala delle Ciminiere emergono alcuni aspetti più importanti del lavoro di Zuffi
Nella Sala delle Ciminiere emergono alcuni aspetti più importanti del lavoro di Zuffi, attraverso una selezione di Scomposizioni e di Osservatori trasportabili, realizzati tra il Novanta e il Duemila attorno all’idea di architettura, in dialogo con gli spazi recuperati su progetto di Aldo Rossi.
Una particolare attenzione viene dedicata a ciò che Zuffi ha chiamato il tema della competizione, egli esplora dall’interno i meccanismi del potere soprattutto dell’arte contemporanea, come si riflettono nelle tradizioni che li sostengono, sia nella società in generale che li sovverte, li ridicolizza, con azioni, performance e happening, capaci di coinvolgere il pubblico e diventare opere/tracce in mostra.
Il tema della competizione per Italo Zuffi
Alcuni elementi si completeranno attraverso le performance: si tratta più di oggetti di scena, di oggetti in attesa, attorno ai quali si è già consumata l’energia di una azione.
La mostra a Palazzo De Toschi che seguirà quella del MAMbo, avrà il suo punto di forza sulla pratica scultorea, configurata come fedele riproduzione di una forma e messa in discussione della stessa attraverso intrusioni e frammentazioni. Questa parte del progetto, evidenzierà uno degli aspetti più importanti della ricerca di Zuffi negli ultimi anni, quello dell’indagine attorno alla parola impiegata come un usata come forma poetica, sia come elemento da cui si genera la forma scultorea.
L’allestimento reinterpreta lo spazio della Sala Convegni di Palazzo De Toschi
L’allestimento reinterpreta lo spazio della Sala Convegni di Palazzo De Toschi, che avrà uno dei suoi baricentri nel dialogo tra due opere commissionate per l’occasione: Civilizzando, un lavoro che si sviluppa dalla parola usata come strumento di descrizione di azioni semplici e quotidiane, accostate a processi di reazione e sintesi; e una nuova versione de Gli Ignari, un lavoro tra i più importanti degli ultimi anni.
Una serie di nature morte di ceramiche accompagnate dal suono di un fischio, in questo caso ricollocato in una inedita partitura. Ciascuna delle due opere, sarà installata in una struttura triangolare con una forte presenza scultorea; all’interno dello spazio i due poli, veri e fruibili su ogni lato, sono dotati di una illuminazione autonoma e permettono al visitatore di creare un percorso nell’oscurità della sala.
Un nuovo lavoro installativo nella Sala dei Convegni di Palazzo De Toschi
Nella stessa Sala Convegni viene anche presentato un nuovo lavoro installativo, una riflessione sulla scultura a partire da una combinazione di elementi replicati, che recano su di sé, tracce di una alterazione, che sembra tradurre l’idea di un contrasto e di un desiderio di ridefinire la forma, attraverso un intervento reiterato.
Infine anche questa sede sarà oggetto di interventi performativi, che mette mettono in luce quanto questa forma sia importante nel lavoro di Zuffi.
La mostra del MAMbo sarà oggetto di un pubblicazione in inglese e italiano edita da Corradini Edizioni.
Savina Fermi