Intervista a Jessica Fellowes autrice di “Il caso della sorella scomparsa” Neri Pozza. Jessica Fellowes è l’autrice del romanzo giallo intitolato, Il caso della sorella scomparsa della serie I delitti Mitford edito da Neri Pozza. Visum l’ha intervistata.
Ambientata nel 1937 la storia è dedicata al personaggio di Jessica Mitford, detta Decca, giovane ribelle e anticonformista che si rivela ben presto simpatizzante del Comunismo e procura non pochi imbarazzi e ansie in famiglia, fino al giorno in cui sparisce senza lasciare traccia, forse per unirsi ai combattenti della guerra civile spagnola. In preda al panico Nancy, la sorella scrittrice, si rivolge all’agenzia investigativa Cannon&Sullivan di cui sono titolari Louisa, l’ex bambinaia dei Mitford e il marito Guy, ex poliziotto. Iniziano le indagioni che ben presto si intrecciano con quella di un altro caso di donna scomparsa, quello di Petunia Attwood.
“Sì, lo è. Unity e Jessica sono sorelle ma sono anche grandi amiche, si sono dirette verso i poli opposti della politica e ne hanno condiviso ideali con passione. Entrambe hanno perseguito i loro obiettivi e idee fino in fondo. Nei miei romanzi ci tengo a far emergere la loro determinazione e il loro superare gli stereotipi del tempo nei confronti delle donne, sia Unity che Jessica non sono sorelle viziate o giovani donne frivole, ma invece sono personaggi forti che vanno dritti verso i loro obiettivi”.
“Direi che sono tutte donne intelligenti, tutte testarde e rifiutano di farsi ingabbiare da aspettative e clichè imposti dalla società del tempo e tutte sono attratte da uomini che hanno un lato oscuro e questo perché hanno un rapporto difficile col padre”.
Il romanzo comincia con la scomparsa di Jessica e l’incarico a Louisa di ritrovarla. Per Luoisa la ricerca di Decca rappresenta il primo incarico ufficiale della sua recentissima agenzia investigativa. La coppia Cannon&Sullivan è un tuo omaggio a Tommy & Tuppence di A. Christie?
Mescoli Storia e fiction insieme alla cronaca. In questo romanzo ci sono due donne scomparse. Ti sei ispirata a un fatto di cronaca già accaduto?
“Mi interessa molto il tema della violenza domestica e come è stato trattato e raccontato nel corso del tempo. Mi sono informata e ho approfondito a fondo il tema, ho letto autobiografie e mi sono valsa di numerosi fonti e più vado avanti più mi rendo conto che come recita il detto ‘la realtà sorprende più della finzione’. Io tento di far comprendere come personaggi di epoche diverse siano così simili a personaggi del nostro presente e attraverso i miei personaggi vorrei che il lettore potesse trarre consigli e considerare le mie storie una sorta di guida, un insegnamento che ha le radici in esperienze già vissute nel passato”.
“Sì, sicuramente. Guy è un personaggio da cui ci si aspetta molto, è sempre pronto a prendere in mano la situazione e a trovare la soluzione . Mi piace perché e il personaggio con la bussola morale più forte. Può apparire come un uomo mite o debole, ma in realtà sa sempre come comportarsi e che scelte prendere, è un personaggio risolto”.
“Sono felicissima, i miei libri sono molto apprezzati dai lettori italiani e qui ho tantissimi amici britannici, che si sono traferiti e vivono in Italia. Io ci passo le vacanze e anche se l’Italia appare in tutta la sua bellezza artistica e paesaggistica, a me piace scoprirla nei suoi aspetti più nascosti e ogni volta mi rivela uno dei suoi segreti”.
Cristina Marra