La retrospettiva di Rolando Raggenbass ad Ascona. Il Museo Comunale di Arte Moderna e Contemporanea di Ascona ( Svizzera) ospita fino al 15 maggio 2022 la retrospettiva dell’artista svizzero Rolando Raggenbass nato nel 1950 e morto nel 2005. E’ curata da Mara Folini direttrice del museo stesso. In mostra 40 opere che raccontano tutta la sua ricerca artistica.
Rolando Raggenbass diplomatosi in critica d’arte a Brera, ha seguito i corsi di filosofia contemporanea a Pavia. Come scrive la curatrice l’Artista è figlio di quella condizione post moderna, nata dal disillusione delle ideologie moderniste e dalla cultura di massa, che aveva portato ad un elevato conflitto sociale, crisi economica e il terrorismo, aveva mostrato la convinzione che l’ottimismo verso il futuro, il progresso delle avanguardie e i successivi miglioramenti in ambito culturale , fossero fondati su falsi paradigmi dogmatici, predittivi, incapaci di includere ciò che fosse differente, non riconoscibile.
La retrospettiva di Rolando Raggenbass ad Ascona
Il percorso della mostra inizia con l’opera del 1982 (Senza titolo) Raggenbass presenta la figura del funambolo come figura dell’artista contemporaneo, che vive con smarrimento le conseguenze della civiltà dei consumi. La cravatta simbolo della società consumistica, ritorna negli anni ’80, come in Senza titolo, del 1984 in cui applica la tela su una impalcatura di legno ripiegata verso l’esterno, in segno di straniamento, amplificato dalle righe della camicia e da pois rossi su fondo nero della cravatta. Al fine di mettere in guardia l’osservatore sulle difficoltà di comunicazione tra gli uomini ,svelando la natura effimera di questo accessorio, che non è uno status symbol.
Le opere iconiche di Rolando Raggenbass
La mostra prosegue con alcune opere iconiche come Micromare del 1987 dove compare un colore un colore compatto bidimensionale, che sembra bloccare la superficie e ogni cosa in essa contenuta e ove ogni particolare illustrato con leggerezza infantile sembra come congelato.
Da questa dimensione che sembra portare tutto in superficie , tipica degli anni 80 come Monomotel del 1987-1988, dove il rosso potente, espressionista domina la scena, anticipando il graffitismo scenico dell’informale, si assiste a una tendenza opposta dei primi anni novanta.
Le opere di Raggenbass tra il 1992-1993
Tra il 1992 e il 1993, Rolando Raggenbass realizza opere dove la quasi assenza della figurazione e dove i colori tendono al monocromo come in Ma io stesso non ero del 1989. Raggenbass esprime una predisposizione interiore che si realizza con superfici astratte e sempre meno frammentate, lasciando al colore sulle tonalità dei bianchi e dei neri, la libertà di tradursi in emozione.
Se queste opere che sembrano segnare un momento di felice e di liberazione nella liricità di un’arte astratta, nel 1995 le cose cambiano, affondando nel tessuto vivo della corporeità.
La serie dei rossi di Rolando Raggenbass
Lungo questo orizzonte, sempre più materico si attesta la serie dei “rossi”, in cui il nero lascia il posto alle macchie color sangue che si raggrumano. Messo in evidenza da fogli di plastica rossa, sovrapposti gli uni agli altri.
Rolando Raggenbass-Elfimilza 2002
E’ proprio da queste opere, dalla materia del colore rosso che nascono Elfimilza del 2002 , le sculture ambientali della produzione di Rolando Raggenbass.
Accompagna la mostra un libro edito dal Museo di arte moderna e contemporanea di Ascona.
Savina Fermi