Intervista con Guido Lomoro regista di Fantasme. Dal 10 al 15 maggio è in scena al TeatroSophia di Roma il particolare spettacolo Fantasme, con Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta, adattamento e regia di Guido Lomoro. Visum ha intervistato il regista della pièce.
Intervista con Guido Lomoro regista di Fantasme
Intervista con Guido Lomoro regista di Fantasme. Dal 10 al 15 maggio è in scena al TeatroSophia di Roma il particolare spettacolo Fantasme, con Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta, adattamento e regia di Guido Lomoro. Visum ha intervistato il regista della pièce.
Signor Lomoro, come ha scoperto questo libro, conosceva gli autori?
“Lo scorso anno sono stato invitato alla presentazione del libro Fantasme di Claudio Marrucci che già conoscevo e ne sono subito rimasto affascinato“.
Guido Lomoro regista di Fantasme al TeatroSophia di Roma
Le hanno proposto loro la riduzione teatrale?
“A questa presentazione era presente anche Maria Concetta Borgese con la quale avevo già instaurato un vero e proprio sodalizio artistico. E c’erano anche Marta Iacopini, mia compagna di lavoro ormai da molti anni, oltre che amica e colonna portante di TeatroSophia, lo spazio teatrale che dirigo da 3 anni, e Silvia Mazzotta che conoscevo come attrice di valore. Al termine della presentazione del libro spiega il regista a Visum – ci siamo fermati a parlare ed in modo del tutto spontaneo è nata l’idea di fare di Fantasme uno spettacolo teatrale. Un’alchimia immediata, accompagnata da una ferma volontà di realizzare questo progetto. E così è stato“.
Perché ha scelto questo titolo per il suo spettacolo?
“Il titolo dello spettacolo proviene ovviamente dal libro di Claudio Marrucci e Carmela Parissi, un titolo che non è solo un titolo ma un punto di partenza“.
Le Fantasme ci mettono all’erta
E come è caduta la scelta proprio su queste donne?
“Nel libro sono presenti 25 fantasme i cui monologhi ho letto e riletto più volte. E poi mi sono fatto trascinare dall’istinto. Un istinto guidato dal desiderio di voler lanciare messaggi importanti – sottolinea – per bocca delle donne. Non il solo racconto di storie al femminile dunque, ma un qualcosa che andasse oltre, che fosse attuale, che affascinasse e coinvolgesse. Che lasciasse un segno nelle persone. Che poi è il compito principale del teatro“.
Quale fra queste donne l’ha affascinato di più?
“Non posso e non voglio fare una scelta. Anche perché le altre Fantasme potrebbero offendersi ed è meglio andare cauti con loro!! A parte gli scherzi, non esiste davvero una mia preferita in assoluto. Amo il loro comune denominatore: la femminilità. Che è forza, sensibilità, istinto, coraggio, ostinazione!“.
Perché queste “fantasme“, come riportano le note di regia, debbono metterci all’erta?
“Viviamo in un mondo che ancora soggiace alla violenza, sui singoli e sulle collettività. Le Fantasme, raccontandoci le loro storie, vogliono disperatamente indurci a rinsavire, a cambiare rotta. Il loro tutto sommato è un messaggio di speranza“.
Come ha scelto le attrici che interpretano le varie donne-fantasme?
“Il cast si è composto da solo, proprio in quell’incontro avvenuto alla presentazione del libro di Marrucci e Parissi. il miglior cast che potessi immaginare. Maria, Marta e Silvia sono tre attrici potenti, che nell’arco di un’ora di spettacolo fanno propri più personaggi. Lasciano da parte loro stesse e si incarnano in altro. Tre professioniste che hanno sposato questo progetto, donandosi in modo assoluto“.
Fantasme lancia un duplice messaggio allo spettatore
Lo spettacolo vuole lanciare un messaggio allo spettatore?
“Se il teatro non lancia messaggi perde il suo senso. Fantasme non parla solo di donne. Parla di noi. Fa parlare le nostre coscienze e sollecita emozioni profonde. Il messaggio è duplice. C’è quello che proviene dal testo, e dal modo in cui il testo è stato adattato al teatro. E c’è un messaggio che riguarda il teatro in generale: TeatroSophia, il sottoscritto e tutti coloro che lavorano con me, credono ancora che il teatro possa risorgere e riacquisire la sua funzione primaria. E noi cerchiamo di fare la nostra parte“.
Giancarlo Leone