Rinaldo Invernizzi. Smeraldo. Antracite. Cobalto. A Palazzo Martinengo di Venezia sino al 30 settembre 2022 in concomitanza con la mostra internazionale Biennale, c’è la mostra “Rinaldo Invernizzi. Smeraldo, Antreacite e Cobalto”. E’ una mostra tutta dedicata in 20 tele ai colori della laguna veneta. L’esposizione è curata da Henry Claude Couseau (già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Parigi) e Andrea B. Del Guercio (già Academia DI Belle Arti Brera).
Rinaldo Invernizzi. Smeraldo. Antracite. Cobalto.
Il Progetto espositivo ed editoriale di Rinaldo Invernizzi. Smeraldo. Antracite. Cobalto. è destinato alla dimensione internazionale dell’arte di Venezia in concomitanza con la Biennale. “Prendendo a testimone ciò che l’acqua, nel suo ruolo di specchio, non smette mai di voler catturare nei suoi riflessi, ovvero il cielo, amplia questo tête-à-tête perseguendolo in un doppio dialogo con il mare.” (H.C. Cousseau). D’altra parte, “riconosciamo di assistere ad un evento creativo dedicato a Venezia e alla sua storia cromatica, frutto di un’operazione di filtraggio emozionale avvenuto nello Studio appartato e silenzioso sulle sponde del lago di Lugano.” (A. Del Guercio).
Dopo un lungo periodo di riflessione dovuto non solo al suo metodo di lavoro che cerca sempre nuove soluzioni espressive, Rinaldo Invernizzi , ha creato schizzi e quest’anno ha all’improvviso elaborato ben 20 tele che trattano dei colori scelti il smeraldo, dell’antracite e del cobalto, creando una struttura indipendente e suggestiva dei tre colori.
Rinaldo Invernizzi. Smeraldo. Antracite. Cobalto. A Palazzo Martinengo a Venezia
Come sottolinea Andrea Del Guercio:” siamo di fronte ad aformali ‘paesaggi’ sintomatici della policromia rinascimentale – in particolare a Tiziano dei primi del ‘500 – frutto di una comunicazione emozionale mirata su ogni singolo soggetto-colore, tesa a suggerirne l’esasperazione dei caratteri, cosciente della sostanza spettacolare interna, attenta alla luminosità dei rilievi di materia.”
La ‘materia cromatica’ è affrontata da Invernizzi come entità complessa e autonoma, del tutto indipendente rispetto a ogni tipo di racconto e autonoma dalla definizione del reale. Su di essa si riversa la natura umana, con i sentimenti che si rincorrono ed ogni pensiero che il colore sembra subito pronto a restituire sotto nuova forma emozionale.
Tutto si sviluppa e si consolida, tra avanzamento e arretramento, frutto di una stesura condotta per ‘trascinamento’ del colore, di una pittura che, sotto la spinta della rotazione del gesto, produce grumi e spessori, per poi riprendere a ‘correre’ per linee e tracce, fino a congiungersi con nuove estensioni.
Rinaldo Invernizzi. Venti tele in visione a Venezia
Anche Henry-Claude Cousseau, evidenzia quanto i solchi del pennello dilatino lo spazio in grandi ritmi orizzontali che armonizzano la superficie in un unico brano pittorico. Nelle tele di Invernizzi nuvole e acqua si fondono, l’orizzonte si fa labile, scintillano i colori ora dell’alba, ora dei bagliori vespertini, prorompe uno dei tratti caratteristici della laguna, il plumbeo splendore dei suoi temporali, il tutto nei toni che possiedono più la fissità delle gemme che l’inafferrabile luccichio del mare.
Rinaldo Invernizzi. La sua ricerca artista si concentra sull’aspetto contemplativa della natura
Rinaldo Invernizzi nasce nel 1962 a Milano. Vive e lavora tra Lugano, San Mamete (Como) e Murano (Venezia). Nel 1983 si laurea in economia e commercio a Losanna (Svizzera) e poi lavora per dieci anni nella finanza a Monaco (Germania).
Nel 2000 decide di dedicarsi completamente all’arte, alla pittura e alla scrittura di racconti e romanzi, le sue modalità espressive.
La sua ricerca si concentra da un lato sull’aspetto contemplativo della natura e del paesaggio, dall’altro su temi del sacro e delle religioni nella contemporaneità.
In occasione della mostra sarà realizzato un prezioso Libro d’Artista calcografico, a numerazione limitata edito da A14 con Testi di Henry-Claude Cousseau e Andrea B. Del Guercio.
Anna Camia