Giacomo Manzu. La scultura è un raggio di Luna. Dal 10 marzo Vercelli ospita una grande retrospettiva dedicata a Giacomo Manzù, con oltre trenta sculture del Maestro. L’esposizione sarà visitabile sino al 21 maggio.
Giacomo Manzù. La scultura è un raggio di Luna
Giacomo Manzù. La scultura è un raggio di Luna. Dal 9 marzo al 21 maggio 2023 a Vercelli ci sarà un grande retrospettiva dedicata a Giacomo Manzù nell’area della Chiesa di San Vittore, in collaborazione con la Fondazione intitolata al Maestro. Curatori dell’esposizione Marta Concina, Daniele De Luca, Alberto Fiz. L’esposizione ospiterà oltre trenta sculture, alcune monumentali, messe a disposizione da varie istituzioni.
In mostra oltre trenta scultura dell’intero percorso dell’artista
In mostra un corpus di opere che evidenziano come lo scultore abbia saputo coniugare la dimensione classica con quella naturalistica e fenomenologica, trovando fin dagli anni trenta del novecento, una propria forte autonomia espressiva.
Il percorso espositivo spazia dagli anni Quaranta sino al 1990, un anno prima della sua scomparsa, dove compare una testimonianza emblematica come la grande scultura di Ulisse , eterno simbolo di conoscenza.
Il percorso espositivo spazia dagli anni Quaranta sino al 1990
La rassegna espositiva segue le differenti tematiche delle sua poetica , così la scelta delle opere consente di apprezzare i Ritratti femminili, le nature morte, oltre ai celebri Cardinali, serie più famosa iniziata negli anni trenta. In visione accanto ad alcuni storici Cardinali, in bronzo degli anni citati, compare Cardinale seduto, opera monumentale di oltre due metri del 1983 , in cui emerge la componente ieratica della figura all’interno di forme rigide e sintetiche assimilabili alle piramidi.
La moglie Inge è stata sua musa ispiratrice sin dal 1954
La moglie Inge sua musa ispiratrice conosciuta nel 1954, quando di Manzù insegnava all’Accademia di Salisburgo, rappresenta una costante nella sua ritrattistica. A Vercelli viene esposto Busto di Inge in marmo del 1979.
In mostra compare Giulia e Mileto in carrozza in bronzo del 1967, che rientrano nel ciclo denominato Spielerei, in cui il Maestro propone una serie di invenzioni plastiche che danno vita in questo caso ad una carrozza arcaica dominata da una grande ruota. Da citare Donna che guarda del 1983, Fauno del 1968, e il Miracolo di San Biagio.
Una mostra molto interessante.
Anna Camia