L’Arcobaleno festeggia trent’anni con Le Nuvole di Aristofane. . In questo teatro capitolino è andata in scena una vera e propria festa. Una platea affollata di pubblico, amici e amanti del teatro classico, ha applaudito la prima della commedia “Le nuvole” di Aristofane, come dire un vero e proprio ritorno alle origini. Infatti, 30 anni fa, con questo stesso lavoro, caposaldo della commedia classica antica, la Compagnia Castalia, diretta da Vincenzo Zingaro (nonché compagnia stabile del Teatro Arcobaleno), iniziava la propria attività artistica.
L’Arcobaleno festeggia trent’anni con Le Nuvole di Aristofane. Ed è stato bello riproporre la stessa opera dopo tanto tempo, a rimarcare la continuità artistica e la validità di una scelta di fondo che Vincenzo Zingaro porta avanti da 30 anni con passione e tenacia, superando difficoltà quasi insormontabili.
Non a caso, un paio di giorni prima il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha voluto consegnare a Vincenzo Zingaro un prestigioso riconoscimento per benemerenze artistiche e culturali: una speciale Targa della Camera dei Deputati, a suggellare proprio i 30 anni di attività della Compagnia Castalia.
Anche il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi ha avuto parole di encomio, scrivendo: «Zingaro rientra di merito nell’illuminata élite di artisti che plaudono all’autenticità indipendentemente dalle mode che spesso guardano con sprezzo al passato. Non posso che apprezzare e sostenere l’ingegnoso lavoro che Zingaro conduce da anni restituendo al teatro la sua natura più autentica, sedotta dalla sacralità delle origini e aperta all’epopea di nuovi riti».
Le Nuvole di Aristofane – trama
Ma veniamo alla commedia: tralasciando i dettagli della trama, fin troppo nota, ricordiamo soltanto che Stepsiade, un contadino benestante assediato dai debitori (per debiti contratti dal figlio Filippide affetto dal vizio del gioco dei cavalli), decide di mandarlo “a scuola” dal pensatore Socrate. Sperava di riaverne indietro un ragazzo colto, ferrato, in grado di tenere a bada i creditori, con le chiacchiere o meglio ancora con i “sofismi”. Purtroppo il figlio gli ritornerà a casa dal “pensatoio” socratico totalmente cambiato… ma non come sperava il padre!!!!
La commedia si pone come pungente satira
Sicuramente la commedia si pone come una pungente satira, nei confronti dei sofisti e dello stesso filosofo Socrate, e anche ai nostri giorni risulta di forte attualità e assai divertente. La caratteristica prima dell’allestimento è rappresentata dall’uso delle maschere in scena: maschere che, se affievoliscono la voce, hanno il vantaggio che ogni attore può cambiare personaggio, semplicemente usando un’altra maschera.
Non a caso, Vincenzo Zingaro, 30 anni fa, ebbe la felice intuizione di far realizzare le maschere da Remo Carboni, il nostro più grande artigiano di trucchi ed effetti speciali per il cinema, già stretto collaboratore di Fellini. E quelle indossate ancora oggi dai protagonisti sono quelle ormai storiche della prima rappresentazione, che andò in scena a Palestrina.
Bravissimi tutti gli attori in scena
Bravissimi e degni di nota tutti gli attori: Fabrizio Passerini interpreta egregiamente il padre Stepsiade, mentre chi dà voce al figlio è un magnifico Piero Sarpa. I panni di Socrate li veste Ugo Cardinali, ieratico e regale nel suo ruolo di grande filosofo, mentre il simpaticissimo Rocco Militano è l’uomo rinchiuso nel costume di un pollo. Come abbiamo detto, tutti interpretano più ruoli, grazie all’uso delle splendide maschere.
Le bellissime Nuvole che rappresentano il coro del teatro greco
Infine, ecco le Nuvole, tre bellissime ed eteree fanciulle: Laura De Angelis, Sina Sebastiani e Valeria Spada. Esse rappresentano il classico “coro” del teatro greco: impalbabili ed aeriformi, rappresentano le nuove filosofie, quelle evocate da Socrate! Insomma, le chiacchiere di fantasia!!!!!
Le Nuvole rappresentano il classico dei classici
Le Nuvole rappresentano il classico dei classici; come dire uno spettacolo da vedere, da studiare, da assimilare. Ricordiamo le musiche originali composte dal Maestro Giovanni Zappalorto, degno complemento della parola di Aristofane.
Salvatore Scirè