Falstaff e le allegre comari di Windsor. Al Teatro Vittoria di Roma, fino al 23 aprile, è in scena questo spettacolo di William Shakespeare nella versione e adattamento di Roberto Lerici con la regia del figlio, Carlo Emilio Lerici.
Falstaff e le allegre comari di Windsor
Falstaff e le allegre comari di Windsor. Al Teatro Vittoria di Roma, fino al 23 aprile, è in scena lo spettacolo Falstaff e le allegre comari di Windsor di William Shakespeare nella versione e adattamento di Roberto Lerici con la regia del figlio, Carlo Emilio Lerici, che vede protagonista Edoardo Siravo nel ruolo di Falstaff. Questa pièce rende omaggio alla memoria dell’amico fraterno di Siravo, Antonio Salines, grande interprete teatrale e del ruolo, scomparso un anno fa.
Lo spettacolo è ambientato nel 1900
Lo spettacolo invece che nel 1500, è ambientato ai primi del ‘900 perché certe tipologie umane, sono le stesse e si ripropongono nel corso dei secoli. Sono anni sospesi e ricchi di tensioni, dove c’è una calma apparente, da cui poi sfoceranno fascismo e nazismo che porteranno inevitabilmente alla Seconda Guerra Mondiale. Il “mood” di allora non si discosta da quello attuale, aspetto che rende credibile ed attuale la rappresentazione, ponendo interrogativi sull’esistenza.
Falstaff – la trama
Falstaff ha le ansie del suo tempo e ancor oggi è attuale: il fatto che voglia vivere al di sopra dei suoi mezzi, che ambisca ad una vita più agiata perché è il modello di società che lo richiede. Crede di essere furbo, di raggiungere il suo intento gabbando il prossimo, ma alla fine sarà lui il gabbato.
Al lato alquanto brillante, il personaggio riflette un modo governato da un’idea di successo, dove è difficile districarsi tra false notizie e dubbi personaggi. Il Dio denaro ha sempre la meglio e l’apparire s’impone sull’essere. La convivialità di Falstaff sposa la sua ingenuità: se è vero che da un lato cerca in maniera subdola di far sue le due donne, Comare Ford e Comare Page, per approfittarsi di loro e dei denari dei mariti perché il suo portafogli è sempre vuoto, permettendogli di mantenere la sua condizione di parassita sociale, dall’altra rappresenta ciò che di positivo si lega alla sua opulenza, virilità, passione, gioia di vivere, di mangiare e bere e di stare con gli altri. Ma la punizione arriverà inevitabile.
Ottima messinscena con una sapiente regia
Ottima la messinscena di Carlo Emilio Lerici, ritmata, ragionata che mette in evidenza le funzionali scene di Liborio Di Dio, composte da tre porte e due salottini e un’iniziale tavola bandita, che vengono spostate a seconda della recitazione degli attori.
La regia di Lerici ben si sposa con le musiche originali di Francesco Verdinelli, che danno ritmo allo spettacolo e viene valorizzata anche dagli stupendi costumi di Annalisa Di Piero.
Falstaff- il cast
Il cast. Magistrale l’interpretazione di Edoardo Siravo che dà spessore al suo Falstaff che con lui diventa un uomo contemporaneo, che fa i conti con la vita. Strepitosi gli altri attori: Francesca Bianco (Madama Quickly), Ruben Rigillo (Frank Ford), Marco Bonetti (Roberto Sciapito), Fabrizio Bordignon (Bardolfo/Fenton), Gabriella Casali (Comare Ford), Giuseppe Cattani (Abramo Carente), Beatrice Coppolino (Anna Page), Alessandro Laprovitera (Simplicio), Gennaro Rubbi (Don Ugo Evans), Susy Sergiacomo (Comare Page), Roberto Tesconi (Pistola/Dottor Caius) e Tonino Tosto (Mastro Page).
Uno spettacolo imperdibile
Falstaff e le allegre comari di Windsor, uno spettacolo divertente, allegro, due ore di grande teatro. Una vera occasione per ridere e riflettere.
Giancarlo Leone