Dino Valdi e l’Ombra di Totò. Al Teatro Quirino di Roma, solo l’11 e il 12 maggio, lo spettacolo di Emilia Costantini, L’ombra di Totò, che vede protagonisti Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone, adattamento e regia di Stefano Reali.TeatroQuirinodiRoma
Dino Valdi e l’Ombra di Totò
Al Teatro Quirino di Roma, solo l’11 e il 12 maggio, lo spettacolo di Emilia Costantini, L’ombra di Totò, che vede protagonisti Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone, adattamento e regia di Stefano Reali. Lo spettacolo fa luce su Totò, su chi in realtà fosse e fa scoprire la sua controfigura, tale Dino Valdi, l’ombra del grande comico napoletano, finora quasi sconosciuto.
Il mito e la sua eterna controfigura: Totò e Dino Valdi (Yari Gugliucci), uniti l’uno all’altro indissolubilmente da un’anima artistica che li ha visti nel mondo dello spettacolo per oltre vent’anni. Una storia che viene raccontata da questa pièce, che lascia molti momenti di riflessione e di ricordi. I due uomini, l’uno popolarissimo, l’altro del tutto sconosciuto, s’incontrarono nel 1947 all’epoca del film Due orfanelli di Mattioli.
L’Ombra di Totò – trama
L’ombra di Totò inizia quando muore Totò, ovvero il Principe Antonio De Curtis. Su uno schermo sul fondo del palcoscenico viene proiettato un filmato in bianco e nero che fa vedere i funerali a Napoli del grande attore. Ed è proprio durante questi funerali che la tantissima folla presente grida all’unisono, “Totò è vivo, è resuscitato”, alla vista proprio della controfigura Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale).
Era il 17 aprile 1967 e lui, vistosi osservato, fugge verso casa sua, dove sui muri in bella vista ci sono le foto di Aroldo Tieri, Silvana Pampanini, Delia Scala, conosciuti sul set del film Bellezze in bicicletta. Non si rende conto che viene seguito da una giornalista de Il Messaggero, Rosa Spatafora (Annalisa Favetti), che lo vuole intervistare per fargli raccontare la sua storia. L’uomo, ad una richiesta del genere, ha mille perplessità. Vinti gli imbarazzi, Valdi comincia a raccontarsi. Ne viene fuori un personaggio, orgoglioso di essere stato al fianco di Totò, ma al contempo scontento, deluso di non aver avuto mai alcuna riconoscenza dal grande comico. Consapevole di tutto ciò, l’uomo è in balìa di sentimenti contrastanti, un conflitto personale che lo distrugge.
L’intervista con l’ombra di Totò
Durante l’intervista, Valdi non vorrebbe troppo scandagliare nella vita privata di Totò, un popolare personaggio che tanto gli aveva dato ma che gli aveva anche tolto, non facendolo mai emergere. Così quasi brutalmente incalzato dalla giornalista, pur non volendo, parla degli amori di Totò. Diana Bandini e Liliana Costagliola, interpretate da Vera Dragone, sono state le donne più importanti della sua vita: la prima è diventata sua moglie e le ha dato una figlia, Liliana, che poi lo lasciò per la sua enorme gelosia, mentre invece la seconda si è suicidata perché non corrisposta nei sentimenti.
Nel raccontarsi, Valdi non nasconde di aver cercato di dare una svolta alla sua vita, di essere attore a tutti gli effetti e non più controfigura. Oltre che attore era cantante, musicista. Ma i troppi anni accanto a Totò lo hanno condizionato e tutti i suoi sogni, i suoi desideri sono rimasti tali.
L’ombra di Totò è un bellissimo spettacolo
Bellissimo spettacolo questo L’ombra di Totò, dove l’ottima regia di Stefano Reali pone i due uomini su due piani paralleli, incastrando perfettamente i due ritratti, perché l’uno non può fare a meno dell’altro.
Uno spettacolo imperdibile
In questa pièce ricca di emozioni, con un bel colpo di scena finale, magistrali sono le interpretazioni dei tre attori, Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone. Ognuno si è ben calato nel proprio ruolo, conferendo al personaggio la perfetta identità, con una recitazione sentita e di spessore. Bellissima voce quella di Vera Dragone, che oltre ad essere un’ottima attrice, rivela delle vere e proprie doti canore, interpretando la bellissima canzone – che piaceva molto anche a Totò – Era de maggio, eseguita nel finale dai tre attori, molto soddisfatti di essere gratificati dai fragorosi applausi del pubblico presente al Quirino. D’ora in poi, ce lo auguriamo, Dino Valdi non sarà più l’ombra di Totò. Spettacolo imperdibile.
Giancarlo Leone