Eravamo la Terza C. Fino a domenica 21 maggio, è in scena al Teatro Tirso de Molina di Roma, la godibilissima e frizzante commedia, scritta e diretta da Salvatore Scirè, Eravamo la Terza C.
Eravamo la Terza C
Fino a domenica 21 maggio, è in scena al Teatro Tirso de Molina di Roma, la godibilissima e frizzante commedia, scritta e diretta da Salvatore Scirè, Eravamo la Terza C. Fra i numerosi attori, Pierre Bresolin, Marina Vitolo e Stefano Scaramuzzino.
La pièce scorre piacevolmente, tra balli, musiche, quelle dei favolosi Anni ‘60 e ‘70, ricordi, momenti un po’ scabrosi che riemergono all’improvviso, nostalgie che sicuramente avranno trovato, per chi già ha visto la commedia e per chi dovrà vederla, tantissimi riscontri nel pubblico, poiché tutti bene o male abbiamo vissuto momenti che formano il plot del racconto, magistralmente e sapientemente scritto dall’autore che sa come prendere testa e cuore degli spettatori.
Eravamo la Terza C – trama
La trama. Alcuni compagni di classe che hanno fatto parte della mitica Terza C del rinomato e prestigioso Liceo Classico E. Q. Visconti di Roma (il più antico liceo d’Europa, fondato da S. Ignazio de Loyola nel 1583 con il nome di Collegio Romano) si ritrovano dopo circa 30 anni dalla maturità, ad una cena organizzata da una ex alunna di quella Terza C. Alcuni aderiscono piacevolmente a questa iniziativa e così come avviene in simili circostanze, subito si ricrea quel clima festaiolo e cameratesco che hanno unito tutti ai tempi della scuola, con grande spirito goliardico, evidente complicità fra ricordi e tante nostalgie, come dicevamo.
Così dopo tanti momenti prevedibili di “amarcord”, Scirè, per creare ancora di più una storia accattivante ed intrigante, ha voluto giocare con i personaggi, immaginando l’emergere di vecchie rivalità, di gelosie, di amori non vissuti, dispetti tra compagni di scuola. Emergono così un po’ di verità scottanti, di fatti nascosti e dimenticati, che tutti gli interessati avrebbero voluto non rivangare.
L’autore omaggi la sua scuola di Roma: il liceo classico E. Q. Visconti
Così, ognuno di questi invitati, compresa la padrona di casa che ha organizzato la cena, si ritroverà a fare i conti con la propria “coscienza” (una vera coscienza parlante e in carne ed ossa, interpretata dalla brava Francesca Rasi) che farà uscire allo scoperto tutti gli ex alunni presenti, facendo confessare piccoli e grandi segreti.
Verranno fuori i classici scheletri negli armadi. A rovinare ancora di più la festa, l’arrivo del loro bidello dell’epoca, che neanche a farlo apposta abita proprio vicino la casa dell’organizzatrice della festa. Perché rovina la festa ulteriormente agli ex ragazzi? Perché porta con sé una vecchia scatola dove in tanti anni, ha raccolto da sotto i banchi tutto ciò che loro hanno buttato o abbandonato. Così, tirando fuori dalla misteriosa scatola, misteriosi fogli, libretti ed altro, fa emergere senza volerlo dei fatti sgradevoli, dei giudizi negativi, che per alcuni momenti incupiranno l’atmosfera gioiosa e cameratesca, che si era creata fra i vecchi ex alunni. Successivamente, assisteremo ad una serie di colpi di scena esilaranti, fino ad un finale inaspettato che susciterà l’interesse da parte di un pubblico meravigliato.
Con questo spettacolo, Salvatore Scirè ha voluto rendere un sentito omaggio, personale ed affettivo, ad un liceo classico prestigioso che ha visto anche lui, tra gli ex alunni e che lo ha formato culturalmente.
Bravissimi e magistrali tutti gli attori in scena
Bravissimi e magistrali tutti gli attori che hanno reso possibile la realizzazione della pièce, calandosi perfettamente nei loro ruoli, a cominciare dai simpatici Pierre Bresolin, Marina Vitolo, con il suo brio napoletano, e Stefano Scaramuzzino, che ha emozionato regalando al pubblico e agli ex compagni di scuola, una bella canzone di Gino Paoli.
Uno spettacolo imperdibile
Notevoli anche gli altri attori che completano il cast: Antonella Arduini, Carlo Capolino, Laura Giannotta, Federica Mora, Giacomo Palmeri, Francesca Rasi (la famosa coscienza), Matilde Tursi e Silvano Vecchio. Da citare la coreografa Valeria Palmacci, che con pochi insegnamenti ha fatto ballare allegramente tutti gli attori. Da vedere, sicuramente imperdibile.
Giancarlo Leone