Riccardo III al Quirino. Ancora Shakespeare in questo teatro di Roma con un lavoro antico, ma di spiccata attualità contemporanea con Paolo Pierobon.
Riccardo III al Quirino
Riccardo III al Quirino. Il potere e la cattiveria umana sono gli argomenti che sostengono questo dramma di Shakespeare, con un re – Riccardo III – assolutamente dispotico che tenta in ogni modo ed incurante del male provocato agli altri. Una ascesa che pensa sia eterna, ma che in eterna non è perché tale non si rivelerà, provocando in lui una grande, inarrestabile, profonda e deprimente azione distruttiva.
Riccardo III al Quirino con un’ottima regia
Il re Riccardo III, Duca di Glouchester prima di salire al soglio, viene presentato al pubblico tanto da Shakespeare che dalla ottima regia di Kristza Székely, come un esempio di contraddizione ma al tempo stesso di quanto il potere riesca, anche con la violenza, a gestire finanche le coscienze dei suoi sudditi oltre che le loro materiali esigenze.
E, fatalmente, il dramma dell’autore inglese per eccellenza, è l’esempio di come il suo intuito verso la vicende della storia sia contemporanea che futura. I fatti narrati nella quarta opera della tetralogia shakespeariana dedicata alla monarchia, si rivelano attuali quanto mai, se rapportate alle vicende che la nostra generazione sta purtroppo vivendo.
Il re despota è interpretato da un superlativo Paolo Pierobon
Il re despota è qui interpretato da un superlativo Paolo Pierobon che, in maniera assolutamente perfetta riesce a descrivere le ossessioni del monarca trasferendo al pubblico tutta l’emozione che lo stesso Shakespeare, penso, avrebbe voluto far provare ai suoi lettori. In particolare, dal monologo del Duca di Glouchester ( il futuro Riccardo III ) con il quale descrive falsamente l’elogio verso il fratello Edoardo V, emerge tutta la sua invidia – lui che è gobbo – , verso Edoardo V che ha successo verso i suoi sudditi perché non usa le stesse armi che il futuro re Riccardo utilizza per conquistare il potere.
Un cast di ottimo livello
Eppure, malgrado le sue azioni colme di nefandezze, di cattiveria elevata al massimo grado, Riccardo III, grazie alla poderosa interpretazione di Pierobon e dei suoi comprimari del Teatro Stabile di Torino, riesce nell’intento di trasmettere al pubblico in sala, l’atmosfera di violenza e di sopraffazioni che evidenziano come il futuro re sia tristemente dotato di una personalità, dal punto di vista psicologico, deforme come lo è nel corpo.
Il dramma dell’autore inglese per eccellenza sempre attuale
Sulla scena i numerosi personaggi, che danno vita ad uno spettacolo necessariamente lungo data la vastità delle innumerevoli azioni che vi si svolgono, appaiono fatti e notizie che i vari Elisabetta Mazzullo e Jacopo Venturiello (comprimari con Pierobon) unitamente ad un nutrito gruppo di attori, che per la loro valenza non possono assolutamente definirsi di secondo ordine, che sembrano, senza necessità di troppo sforzo, legati alle attuali vicende storiche della nostra era nel corso della quale, ugualmente, praticamente tutti siamo alla ricerca del potere.
Andrea Gentili