Il Grande teatro della Luce a Domodossola

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Il Grande teatro della luce

Il Grande teatro della Luce a Domodossola. Tornano le grandi mostre ai Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola con un’esposizione dedicata alla luce nell’arte tra Seicento e Novecento, in un percorso che dal lume di candela, arriva alla rivoluzione della luce elettrica.

Il Grande teatro della Luce a Domodossola

Il Grande teatro della luce
Tiziano e Palma il Giovane Deposizione di cristo nel sepolcro seconda meta del XV secolo

Il Grande teatro della Luce a Domodossola. Si è aperta con un lusinghiero successo a Domodossola, la mostra intitolata Il grande teatro della luce tra Tiziano e Renoir ai Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco. L’esposizione che rimane aperta sino al 7 gennaio 2024, permette al visitatore di compiere un viaggio che dal lume di candela arriva alla rivoluzione della luce elettrica, partendo dal Seicento.

La mostra è curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, con il patrocinio della Regione Piemonte e realizzata dal Comune di Domodossola, insieme alla rinnovata collaborazione con la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

In mostra Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir

 

Il Grande teatro della luce
Giuseppe Pelizza Da Volpedo, Panni al sole, 1894-1895, Collezione Privata

Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir, sono solo alcuni dei grandi nomi degli artisti in mostra, che prendono parte a questo viaggio, grazie anche alla preziosa collaborazione con Enel Green Power.

La luce è la protagonista indiscussa di questa esposizione, ricercata e analizzata nelle diverse declinazioni che nei secoli gli artisti, tra l’Italia e le Fiandre e tra il Seicento e il Novecento, hanno immortalato sulla tela. Una luce che è anche testimone, dello scorrere del tempo e che viene indagata nella sua portata tecnologica, viaggiando tra rappresentazioni di paesaggi e visioni a lume di candela fino ad arrivare alla luce elettrica.

La luce è la protagonista indiscussa di questa esposizione

Il grande teatro della luce
Anton Van Dyck, Sacra Famiglia con San Giovannino, 1625-1626, olio su tela, Genova, Collezione BPER Banca

Sono quarantacinque le opere in mostra che si snodano all’interno delle navate di Palazzo San Francesco, in un allestimento pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys.

La prima sezione è dedicata ai dipinti a lume di candela

Il Grande teatro della luce
Adam De Coster, Concerto, olio su tela, Collezione Koelliker

Nella prima sezione si incontrano i dipinti “a lume di candela”, affascianti scene di genere dove l’attenzione è direzionata sulla resa della fonte luminosa, sprigionata dalle candele o dai tizzoni. Una ricerca questa che ha attraversato i secoli ed è così che le raffinate tele di artisti seicenteschi fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot, dialogano con il sorprendete Contadino che accende la candela con un tizzone ardente, realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, ma anche con una silente Natura morta di Giorgio De Chirico, che restituisce un valore simbolico della luce nel Novecento.

Fulcro della mostra è l’artificio teatrale della luce

Il Grande teatro della luce
Angelo Morbelli, La sedia vuota, 1903, olio su tela, Collezione privata

Fulcro della mostra è l’artificio teatrale della luce, che viene esaltata da artisti, che sono protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, intensificando i sentimenti e il pathos delle storie che vengono narrate. Si può, infatti, ammirare l’intenso Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza della collezione del Banco BPM, il suggestivo e struggente capolavoro della Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e, tra gli altri, il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata.

Un’altra sezione è dedicata alla luce nella natura

Il Grande teatro della luce
Gaetano Previati, Il lavacro dell’umanità, 1901, olio su tela, Collezione Banco BPM

Il percorso continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, soprattutto nel paesaggio lacustre e montano, dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni ammirando opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli e si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima volta, in cui i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Questa sezione si arricchisce di due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pelizza da Volpedo, custodito in collezione privata e Le lavandaie a Cagnes di Pierre Auguste Renoire.

La luce nelle opere dell’Ottocento e Novecento

Il Grande teatro della luce
Giuseppe Pennasilico, Sulla riva della Toce, Galleria Italo Segalini

Proseguendo è possibile riscoprire la valenza simbolica della luce in un gruppo di opere dell’Ottocento e del Novecento: una luce drammatica, come quella che emana La morte di Cleopatra, dipinta da Achille Glisenti, una luce portavoce di emozioni visibile nelle tele di Gaetano Previati, Giovanni Sottocornola e Giuseppe Mascarini, ma anche una luce dai significati reconditi come quella che si incontra ad esempio in Giuseppe Molteni, La derelitta.

Una sezione è dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie per la storia dell’uomo

Una sezione dell’esposizione, è infine, dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie per la storia dell’uomo, e che celebra così anche la storia della Val d’OssolaIl grande teatro della luce, è una mostra che presenta capolavori rari, difficilmente visibili al grande pubblico.  E’ un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle infinite declinazioni della luce, che non smettono mai di coinvolgere e incantare.

Savina Fermi

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Appassionata d'arte, scrivo da sempre per diverse testate online, Sono una giornalista facente parte della 'vecchia guardia'. Non uso i Social per scelta.

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