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La coscienza di Zeno al Quirino

La coscienza di Zeno al Quirino. La stagione 2023/2024 di questo teatro inizia, con la rappresentazione di un lavoro, tratto da uno dei più celebri romanzi di Italo Svevo, quel “La coscienza di Zeno” che compie ormai cento anni dalla sua pubblicazione.

La coscienza di Zeno al Quirino

La coscienza di Zeno al Quirino. Le riflessioni sulla vita del protagonista, Zeno Cosini, vengono materialmente descritte, da uno degli attori oggi più in voga, una specie di mostro sacro che risponde al nome di Alessandro Haber.

Il cast della piece in scena al Quirino

Il quale, avvalendosi di un gruppo molto ben assortito di compagni di scena tra i quali primeggiano Alberto Onofrietti ( Zeno in giovane età ), Valentina Violo ( Alberta ), Francesco Migliaccio ( Giovanni ), senza però tralasciare – perché non lo meriterebbero – Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Meredith Airò, Chiara Pellegrin, Emanuele Fortunati, Caterina Benevoli e Giovanni Schiavo, porta in scena, questo testo, pur nella parziale riscrittura del suo famoso elaborato.

La coscienza di Zeno – trama

Non a caso a fianco del nome di alcuni degli attori in scena indichiamo tra parentesi il nome del personaggio che interpreta. Infatti, l’oggetto del romanzo di Svevo è una sorta di confessione del protagonista (Zeno Cosini) il quale si apre pubblicamente ricordando, e commentando, i principali momenti della sua vita. Una sorta di mix di eventi narrati, con una sorta di pseudo comicità riflessiva, che induce a ritenere come lo spettacolo in scena, sia praticamente una sorta di rilettura dell’originale scrittura dell’autore.

L’ironia di Zeno, si fonde con la sua fragilità, i sensi di colpa si mescolano con le continue autoassoluzioni, il sentirsi parte della società, che gli sta intorno non si concretizza altro che, con una pseudo follia al punto che ad un certo punto della sua vita, finirà “torchiato” dallo psicoanalista.

Uno spettacolo che induce a molte riflessioni

Quello in scena al Quirino fino al prossimo 29 ottobre, é uno spettacolo che induce a molteplici riflessioni perché, tendenzialmente, si concretizza con una vera e propria indagine antesignana dell’uomo di oggigiorno, una matura preveggenza dell’autore, che proprio cento anni orsono, seppe individuare nella figura di Zeno Cosini, quella dell’uomo che nel 2023, si appalesa perfettamente identico al protagonista, che Haber concretizza egregiamente nell’esprimere le varie fasi della vita del protagonista.

Prima la esposizione dello psicoanalista che lo ha in cura, poi con una esposizione della sua triste via e, a seguire, la descrizione del suo vizio principale (quello del fumo), cui fanno seguito la drammatica descrizione della morte di suo padre (con il quale non aveva buoni rapporti), la descrizione di come scelse la compagna della sua vita tra quattro sorelle, il perché e come gestisse la sua vita con un’amante, che si era cercato e che lo ricambiava ampiamente.

La vita del personaggio si snoda non in senso cronologico

La vita di Zeno per come descritta in scena, é colma di riflessioni descritte non in successione analoga allo scorrimento cronologico temporale, ma tenendo conto delle analogie tra i vari momenti che la compongono, utilizzando spesse volte un linguaggio non propriamente da letterato, e misto di espressioni e parole dialettali, tratte dall’idioma toscano, triestino e addirittura dalla lingua tedesca.

L’adattamento scenico attualizza il romanzo di Svevo ad oggi

Ciò nulla toglie alla capacità espressiva ed all’effetto descrittivo, molto convincente, di un uomo che appare scontento e psicologicamente incostante, al quale la figura di Haber e l’adattamento scenico di Monica Codena e Paolo Valerio molto bravi, nell’attualizzare il romanzo alla vita attuale.

Molto pregnanti le scenografie di Marta Malatesta

Molto pregnanti le scenografie di Marta Malatesta e le video musiche di Oragravity ed Alessandro Papa che, perfettamente fuse tra loro, contribuiscono a rendere perfetta, l’immagine di quella che è una vera e propria rappresentazione dell’interno di un sé, della “coscienza” in senso stretto, e cioè della capacità di auto valutarsi, anche e soprattutto in senso morale.

Andrea Gentili 

Andrea Gentili: