Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850-1950. Palazzo Zabarella di Padova ospita la mostra intitolata Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850-1950, che racconta il modernismo francese, che influenzò tutta l’arte europea.
Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850-1950
Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850-1950. Palazzo Zabarella a Padova ospita questa importante mostra, che punta i riflettori sul modernismo francese, con 59 opere provenienti dalla straordinaria collezione europea del Brooklyn Museum, visibili sino al 12 maggio 2024. L’esposizione è organizzata da Lisa Small, Curator Senior di Arte Europea, e Richard Aste, ex Curatore di Arte Europea, Brooklyn Museum, che hanno selezionato i capolavori di pittura e scultura presenti in mostra dalla collezione del museo.
La mostra racconta di uno dei secoli più affascinanti della storia dell’arte
La mostra racconta di uno dei secoli più affascinanti della storia dell’arte, quando gli artisti si allontanarono dalla tradizione artistica accademica, per concentrarsi su soggetti della vita quotidiana. Ma non solo. Celebra anche la Francia come centro artistico del modernismo internazionale dalla metà dell’Ottocento, alla metà del Novecento.
In visione opere di ben 45 grandi maestri del periodo
In visione opere di grandi maestri come dipinti, disegni e sculture – differenti per soggetto, dimensioni e stile – realizzati dai principali artisti dell’epoca, sia quelli di origine francese, sia quelli che si sono formati e hanno esposto in Francia. Un’occasione, infatti, per vedere opere di Pierre Bonnard, William Bouguereau, Gustave Caillebotte, Paul Cézanne, Marc Chagall, Jean-Baptiste-Camille Corot, Gustave Courbet, Edgar Degas, Fernand Léger, Henri Matisse, Claude Monet, Berthe Morisot, Gabriele Münter, Pierre-Auguste Renoir, Odilon Redon, Yves Tanguy, Édouard Vuillard, Auguste Rodin e molti altri, per un totale di 45 maestri. La mostra include esempi dei movimenti chiave del periodo come il realismo, impressionismo, post-impressionismo, simbolismo, fauvismo, cubismo e surrealismo, emersi a Parigi e dintorni tra il 1850 e il 1950, e che divennero rapidamente parte del canone occidentale dominante.
Il percorso espositivo si articolo in quattro sezioni
Il percorso espositivo si suddivide in quattro sezioni: Natura morta, Paesaggio, Ritratti e figure, e Il nudo disegnando un percorso che dimostra, come la concezione di base del fare artistico, sia cambiata nel corso di un secolo.
La prima è dedicata alla Natura morta
La prima sezione, come detto è dedicata alla Natura morta. Il termine stesso ‘nature morte’, definizione che l’Accademia di Francia assegnava ai dipinti di oggetti inanimati, fa intuire quanto fosse considerato umile questo genere di opere. A partire dal 1850 però, la natura morta ritrova popolarità grazie agli artisti che mirano a stimolare tutti i sensi dello spettatore, ritraendo tessuti preziosi, frutta matura, scorci domestici illuminati dal sole e addirittura beni esotici dall’Egitto e dal Giappone. Ecco quindi “Fiori” di Matisse, splendida opera fauvista, “Composizione in rosso e blu” di Léger, animata da accostamenti inaspettati e forme oniriche biomorfe, e “Natura morta con tazza blu” di Renoir, definita dalle pennellate luminose tipiche del maestro.
La seconda sezione è dedicata al Paesaggio
La seconda sezione è dedicata al Paesaggio che l’Accademia di Francia, che lo aveva considerato una delle forme d’espressione artistica meno importanti. Questo fino all’inizio del XIX secolo, quando gli artisti iniziano a sfidare convenzioni e classificazioni accademiche, ritenute obsolete. Gli artisti creano opere ‘en plein air’, ritraendo la natura nella sua magia di colori e sfumature. Dalle pennellate degli impressionisti, alle visioni audaci degli espressionisti e surrealisti, il paesaggio divenne il genere preferito dagli artisti per esprimere la loro modernità. Testimonianza di ciò, è offerta da “La salita” di Pissarro, in cui si può osservare una prospettiva cubista in erba; oppure “Ville-d’Avray” di Corot, dove la luce, dinamica e reale, è oggettiva come la pietra ma morbida come le nuvole. Ancora, poi, da “Marea crescente a Pourville” di Monet, che, illuminata da sfumature iridate, riecheggia delle forti condizioni della natura.
La terza è dedicata al Nudo
La terza sezione è dedicata al Nudo. Nell’Ottocento il nudo era strettamente connesso agli ideali della scultura greca classica e ai suoi soggetti storici e mitologici. Al contrario i modernisti, come il critico e poeta Charles Baudelaire, sostenevano un nuovo, moderno tipo di bellezza attraverso la rappresentazione della vita quotidiana. Gli artisti allora, si avvicinavano sempre più alla nudità dei loro modelli, con assoluto realismo arrivando, nel XX secolo, a far sì che il nudo moderno riflettesse anche le mutevoli prospettive dell’astrazione. Ne è l’esempio la scultura “L’età del bronzo” di Rodin, il capolavoro di Degas “Donna nuda che si asciuga”, e i “Subacquei policromi” di Léger, dalle avvincenti suggestioni cubiste.
L’ultima sezione è dedicata ai ritratti e alle figure
L’ultima sezione è dedicata ai ritratti e alle figure. A partire dalla metà del XIX secolo, la diffusione dell’abbigliamento prêt-à-porter a prezzi accessibili fa sì che gli artisti inizino a ritrarre i cittadini vestiti alla moda, resi con colori audaci e superfici strutturate. Un genere che divenne presto un punto fermo della pittura d’avanguardia. In mostra, François Millet, con “Pastore che si prende cura del suo gregge”, evidenzia la dura realtà della vita contadina. Berthe Morisot, nota per i suoi dipinti con scene domestiche e donne e bambini, con “Ritratto di Madame Boursier e di sua figlia”, si concentra sui vincoli sociali; mentre Chagall con “Il musicista”, trascrive i ricordi dei suoi primi anni di vita.
Anna Inversini