San Francesco Superstar del Medioevo. Questo spettacolo alla Sala Umberto, che è un monologo di e con Giovanni Scifoni, dedicato al Santo, è di notevole spessore, caratterizzato dalla grande varietà dei contributi artistici.
San Francesco Superstar del Medioevo
San Francesco Superstar del Medioevo. Fare uno spettacolo sul “Poverello di Assisi” è un po’ come… scoprire l’acqua calda! Ed è quello che confessa con molta ironia Giovanni Scifoni proprio all’inizio dello spettacolo: e giù ad elencare film, pièces teatrali, monologhi dedicati a S.Francesco. E lo fa con grande naturalezza, quasi a voler giustificare l’idea di scrivere un monologo dedicato alla “superstar del Medioevo”.
San Francesco Superstar del Medioevo è unospettacolo di notevole spessore
In realtà, abbiamo avuto modo di assistere a uno spettacolo di notevole spessore, caratterizzato dalla grande varietà dei contributi artistici e delle modalità in cui gli stessi vengono cuciti insieme e proposti al pubblico. Il monologo è in scena alla Sala Umberto sino al 23 dicembre.
Giovanni Scifoni è capace di dar vita a più personaggi
Cominciamo dal protagonista: Giovanni Scifoni è capace di dar vita a più personaggi: quindi il monologo diventa dialogo, laddove l’interlocutore può essere Fra’ Leone oppure il Papa Innocenzo III. E lo fa seguendo la strada dell’ironia, a volte della comicità, che è certamente difficile da controllare e da gestire in un argomento del genere. Infatti, il nostro bravo attore non è mai “dissacrante”; anzi, è vero il contrario: egli racconta S.Francesco in maniera brillante, disinvolta, gioiosa, ripercorrendone le fasi della vita, da quando era un giovanotto di belle speranze, in vena di combattere contro “i Perugini”, ricco, fino alla decisione di spogliarsi di tutto e a trasformarsi in straccione.
L’intento del protagonista è pienamente riuscito
Ovviamente, non stiamo a raccontare la storia del Santo che tutti conosciamo. Possiamo dire, però, che l’intento del protagonista è pienamente riuscito. Due elementi fungono da “stacco”: la musica e il disegno. Infatti, per tutta la durata dello spettacolo, Giovanni Scifoni, viene accompagnato da un trio di strumenti antichi, suonati da altrettanti bravissimi musicisti, che rispondono ai nomi di Luciano di Giandomenico (autore delle musiche originali), Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli.
I tre artisti eseguono le famose laudi medievali, a volte accompagnando Giovanni Scifoni che canta e balla come un giullare, oppure – e questa è l’altra trovata – durante l’esecuzione dei diversi brani, il protagonista si gira spalle al pubblico e inizia a disegnare su un enorme foglio di carta: i tratti a poco a poco prendono forma, si concretizzano, fino a rendere l’immagine di S.Francesco.
Lo spettacolo è originale è fruibile dallo spettatore
Lo spettacolo, quindi, non è assolutamente banale, ma risulta del tutto originale e fruibile per lo spettatore. Si conclude proprio con la narrazione della più osannata idea del Santo, quella di dar vita al Presepio! Correva, infatti, l’anno del Signore 1223: esattamente 800 anni fa, quando a Greccio avveniva la prima rappresentazione della Natività. Puntuale e adeguata la regia, curata da Francesco Ferdinando Brandi. Sicuramente uno spettacolo da vedere, specialmente indicato nell’avvicinarsi del Natale!
Salvatore Scirè