Falstaff a Windsor al Quirino. Un iconico, irriverente, gigione, Alessandro Benvenuti calca il palcoscenico di questo teatro capitolino, interpretando uno dei grandi personaggi scespiriani.
Falstaff a Windsor al Quirino
Falstaff a Windsor al Quirino. E’ davvero bravo Alessandro Benvenuti, sul palcoscenico di questo teatro, a rendere l’idea comica ed irriverente di un Falstaff, che non sa se immergersi nell’originalità, o se volersi rappresentare come un eroe. Non sa darsi regole, è arrogante ma in maniera elegante, pur se di provenienza plebea. Tuttavia il pubblico ne assimila l’animo, in quanto riesce a rimanere in bilico, tra commedia e tragedia, doti queste che lo identificano come veramente grande.
Le allegre comari di Windsor adattato da Ugo Chiti
Una serie di beffe ordite da due delle “comari” a carico del personaggio farsesco di Falstaff, corredano questa rappresentazione che Ugo Chiti ha liberamente adattato, dal testo shakespeariano di “Le” e della quale è l’abile regista.
Una rappresentazione dal ritmo incalzante
Una rappresentazione dal ritmo incalzante, in cui Benvenuti e tutto il cast, collabora rendendola assai piacevole, sia per l’originalità del soggetto, che per la quasi disarmante bravura di tutta la compagnia. Una farsa che sembra tagliata apposta su un attore ed autore formatosi, non a caso, nell’ambiente del cabaret degli anni settanta.
Un spettacolo assolutamente da vedere
Lo spettacolo appare come la rappresentazione del mondo per come attualmente si è deformato, con tutti che tradiscono tutti, con personaggi che beffeggiano i più, e che assumendo le più varie posizioni, sia umane che politiche, portano in giro l’umanità intera e che evidenzia ancor più, la preveggenza di Shakespeare. Una rappresentazione a nostro avviso che insegna, che allerta gli animi, che intende sottilmente avvertire dei pericoli che corre la nostra società, e che consigliamo vivamente.
Andrea Gentili