La Clitennestra di Roberto Andò. Il regista sceglie di rappresentare Clitennestra, in scena all’Argentina di Roma e poi in tour, portando sul palco una riscrittura e reinterpretazione del mito in una affabulazione densa di memoria, di flashback, di suoni, ombre che si schiudono in una narrazione serrata e senza vie di fuga.
La Clitennestra di Roberto Andò
La Clitennestra di Roberto Andò. Dal romanzo House of Names – La casa dei nomi – dello scrittore irlandese Colm Tóibín, a parte l’avvolgente narrazione e ricostruzione del mito classico di Clitennestra, regina assassina, facciamo nostra una considerazione: gli antichi Dèi sono svaniti e così la loro Legge. Non prega più Clitennestra, non invoca, non si affida. Pensieri, speranze e disperazioni svestono le sembianze olimpiche e divengono mortali.
Il regista sceglie di rappresentare Clitennestra con una riscrittura e reinterpretazione del mito
Il regista Roberto Andò sceglie di rappresentare Clitennestra, in scena all’Argentina di Roma e poi in tour, portando sul palco una riscrittura e reinterpretazione del mito, in una affabulazione densa di memoria, di flashback, di suoni, ombre che si schiudono in una narrazione serrata e senza vie di fuga.
La tragedia sta per compiersi. La tragedia è compiuta. Geografie del Mito, abitato ora da Ciclopi e ora da Lestrigoni, fatto di storie antiche che si intrecciano con paure moderne. Colpa solo del testo? No; stavolta anche le scenografie ci portano in luoghi squallidi, bui, sporchi come i sentimenti dei protagonisti che affrontano un destino tortuoso e senza uscite.
Clitennestra ha dimestichezza con l’odore della morte
“Ho dimestichezza con l’odore della morte” esordisce la Regina di Micene, che quell’odore lo ha nelle narici. L’ha sentito sul corpo della figlia primogenita Ifigenia. il giorno in cui il marito Agamennone. l’ha sacrificata agli dèi per ottenerne il favore nella guerra imminente. Moglie furiosa e madre straziata è Clitennestra. E si appresta a sentire di nuovo l’odore della morte, quella di Agamennone questa volta, congiurando il suo delitto. Per sua stessa mano.
Isabella Ragonese interpreta Clitennestra tra azione e riflessione
Isabella Ragonese, nel ruolo di Clitennestra, si muove con familiarità tra le scene curate da Gianni Carluccio, dove gli ambienti sono frazionati, si sovrappongono, si elidono e seguono il racconto, che si fa resoconto discontinuo in cui l’intreccio della storia si dilata tra presente e passato, tra azione e riflessione, dove rimpianto e dolore si alimentano.
Clitennestra una tragedia senza tempo
Clitennestra è nel suo palazzo, a Micene. Mura che non la proteggono, che la soffocano, che sembrano crollarle addosso. La vendetta genera altra vendetta, la spirale dell’odio è difficile da fermare. Drammi passati e recenti si rincorrono; come non pensare al Mondo di noi moderni, abitato da guerre, complotti, trame. Sangue e polvere, ora come allora. Esiste dolore più grande per una madre di vedere morire un proprio figlio senza poter far nulla per salvarlo? No, non esiste. Questa è Clitennestra. Oggi come allora. Certe storie sono senza Tempo.
Francesca Pistoia