I Giganti della montagna alla Pirandelliana 2024. I Giganti della montagna alla Pirandelliana 2024. Anche quest’anno, sino al 4 agosto, c’è il consueto appuntamento con uno dei pilastri dell’Estate Romana: la Rassegna teatrale Pirandelliana, giunta alla sua XXVIII edizione. La Rassegna organizzata dalla Compagnia Teatrale La Bottega delle Maschere, diretta e curata dall’attore e regista Marcello Amici, messa in scena nella splendida cornice dell’incantevole giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino a Roma, presenta due commedie di Luigi Pirandello: il martedì, il giovedì e il sabato I Giganti della montagna.
I Giganti della montagna alla Pirandelliana 2024
I Giganti della montagna alla Pirandelliana 2024. Questa pièce narra la vicenda di un gruppo di “disadattati”, gli “Scalognati”, che si rifugiano in una villa chiamata La Scalogna, dove vengono raggiunti da una compagnia di attori, La Compagnia della Contessa, pronti a mettere in scena un pezzo teatrale. Il mago Cotrone, suggerisce loro di rappresentare l’opera dinanzi ai “giganti della montagna”, popolazione di uomini e donne dotati di un particolare potere dimoranti sulla cima di una montagna, ma che non saranno in grado di apprezzare lo spettacolo.
I Giganti della montagna- trama
Gli Scalognati e il mago Cotrone prima cercano di allontanare i commedianti, per poi tentare di convincerli a recitare “La favola del figlio cambiato”, una storia scritta per la contessa Ilse da un giovane poeta innamorato e da lei respinto, che si uccise. Ilse non accetta e Cotrone le propone, appunto, di recitare la favola di fronte ai Giganti della montagna. Il copione s’interrompe con l’arrivo a cavallo degli stessi Giganti.
Nell’opera I Giganti della montagna si fa cenno al principio del teatro nel teatro, il cosiddetto metateatro, usato da Pirandello anche nell’opera Sei personaggi in cerca d’autore. Dramma surrealista ed inverosimile, che lascia aperto il finale. Un esempio questo, per l’appunto, di metateatro dove una rappresentazione è all’interno dell’altra e dove Pirandello ha voluto criticare la borghesia del tempo, insensibile nei confronti dell’arte.
ll metateatro di Pirandello in scena
In questa versione il regista Amici ha scelto un palco minimalista, scene essenziali e futuriste, nessuna scenografia che possa ricreare la villa dove si svolge la vicenda, lasciando alla fantasia dello spettatore la ricostruzione del contesto e l’attribuzione di un valore simbolico alla cultura teatrale nella nostra epoca. Per inscenare gli spazi e la vita degli Scalognati, l’attore e regista, si è affidato al cast con i loro ricchi e fastosi costumi e le loro maschere.
Un bellissimo cast rende speciale questo spettacolo
Molto simbolica è la figura di Cotrone (Marcello Amici), capo degli Sbandati, con il suo particolare copricapo alla turca ed un lungo mantello, domina la scena, senza oscurare il ruolo degli altri protagonisti. Tiziana Narciso è la contessa Ilse, e dà al personaggio una forte drammaticità, una donna incapace di vivere la realtà, prigioniera di un mondo tutto suo. Un bellissimo cast, che rispecchia i miti ai quali Pirandello, era ricorso nel rappresentare le verità essenziali della storia dell’umanità. Degna di nota, Emilia Guariglia, nel personaggio della Sgricia.
Il testo incompiuto lascia un vuoto finale
Il testo incompiuto lascia un vuoto finale, un vero mistero, che dà, però, la possibilità al regista di colmare con la creatività. Infatti, il finale scritto da Amici, è rappresentativo della poetica pirandelliana, una metafora. Al termine della presentazione prolungati e fragorosi applausi del pubblico. Senz’altro da vedere.
Giancarlo Leone