Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta

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Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta. La nuova stagione del Teatro India si è aperta con questa pièce, tratta dal primo racconto di Sandro Bonvissuto. Un monologo avvincente che riporta all’infanzia.

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in biciclettaIl giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta. La nuova stagione del Teatro India si è aperta con questa pièce, tratta dal primo racconto di Sandro Bonvissuto, che Valerio Aprea, artista amato dal pubblico, e impegnato in lavori di scrittori contemporanei, ha trasformato in un reading incalzante e appassionante, che esplora il rapporto padre-figlio.

Il testo è una biografia dell’infanzia che pedala su due ruote lungo le  strade della memoria e del viaggio

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in biciclettaUna biografia dell’infanzia che pedala su due ruote lungo le  strade della memoria e del viaggio, verso il futuro, dove il possesso di una bici incarna  la prima, grande prova di libertà per un bambino. E di fiducia da parte di un genitore.

Il racconto è del sagace scrittore Sandro Bonvissuto

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in biciclettaScritta da Sandro Bonvissuto, autore ironico e sagace, il racconto narra la storia di un bambino, del suo sguardo su un mondo che in sella di una bici si allarga progressivamente, includendo sempre più elementi, sensazioni e che pedala alla conquista di nuove colorazioni del mondo finora conosciute.

La voce e l’interpretazione di Valerio Aprea trasforma e restituisce le pagine del racconto, in un divertente monologo teatrale

Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in biciclettaLa voce e l’interpretazione di Valerio Aprea trasforma e restituisce le pagine del racconto, in un divertente monologo teatrale, che porta lo spettatore a rivivere e ricontattare quella “polvere” propria della stagione dell’infanzia, che non va via “neanche se ti lavi”: quella in cui si desidera un altrove, ovvero “un non stare dove si è”.

Francesca Pistoia

 

 

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