X
    Categories: Spettacolo

La morte della Pizia al Teatro Arcobaleno di Roma

La morte della Pizia al Teatro Arcobaleno di Roma. E’ in scena fino al 24 novembre questo testo di Friedrich Durrenmatt, con l’adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Losch, per la regia di Giuseppe Marini.

La morte della Pizia al Teatro Arcobaleno di Roma

La morte della Pizia al Teatro Arcobaleno di Roma. E’ in scena fino al 24 novembre questo testo di Friedrich Durrenmatt, con l’adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Losch, per la regia di Giuseppe Marini, che vede protagonisti due magistrali attori, la stessa Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino.

La morte della Pizia è un testo divertente ed esasperato, ironico e grottesco

La morte della Pizia trasporta il pubblico in una rappresentazione, che rispecchia molto la situazione di smarrimento che si prova di fronte a fatti quotidiani, al caso e alla credibilità di chi ci racconta quello che non possiamo vedere, personalmente. Questo testo, divertente ed esasperato, ironico e grottesco, tende a rimettere in gioco il mito di Edipo, e con lui tutti i miti grazie ai quali, sono state create storie, giustificate guerre, strane casualità.

La morte della Pizia – la trama

E’ la stessa Pizia Pannychis, ormai vecchia e delusa del suo lavoro di oracolo, a raccontare divertita, di come abbia predetto per scherzo ad Edipo, che avrebbe ucciso suo padre Laio, e sposato sua madre Giocasta. Un responso non veritiero, una profezia che non si sarebbe potuta avverare in alcun modo, ma che si è avverata per la poca fiducia dell’uomo negli oracoli, e che aveva avuto come destino la fine del regno di Tebe, e di Edipo stesso.

Complice di questo gioco è l’indovino Tiresia, che cerca anch’egli di fingere. Ed infatti finge di essere cieco, perché la gente si aspetta questo da un indovino. Così prima di morire, la vecchia Pizia ha la visita di tutti i protagonisti di quell’efferata storia familiare.

Questo testo, divertente ed esasperato, ironico e grottesco, tende a rimettere in gioco il mito di Edipo

Ognuno di loro, le racconta la stessa storia dal suo punto di vista. Così ecco quattro Edipo inconsapevoli l’uno dell’esistenza degli altri; un Laio incapace di procreare, una Giocasta che non si è uccisa spontaneamente e altre storie inverosimili, che l’autore Durrenmatt, ha creato per evidenziare, già dalla metà degli Anni ’70, non solo il rapporto della razionalità con il destino e con il caso, ma anche la realtà delle varie informazioni, a cui siamo costretti a credere, a seconda che assomiglino o meno, a ciò che vorremmo, a tutto ciò in cui abbiamo sempre sperato. La Pizia fino all’ultimo si diverte cinicamente a mettere in berlina gli umani, dura con chi va a chiederle il responso, e schifata da chi grazie alle loro offerte si arricchisce illegalmente, fingendo di farlo in nome e per conto degli Dei.

Patrizia La Fonte in questo spettacolo è magistrale e travolgente

Patrizia La Fonte in questo spettacolo è magistrale e travolgente, anche perché impersona voci e gesti di Giocasta e della Sfinge, è un personaggio moderno, tagliente ed amaro. Il suo modo di zoppicare veloce, il suo carattere fumantino, le sue interpretazioni, permettono all’attrice di trasformarsi, e di mettere in mostra tante sfaccettature. Con lei in scena Maurizio Palladino, malizioso, scaltro, furbo, nei panni del sacerdote Merops, riesce a trasformarsi in glaciale e annientatore, distruttore nei panni di Edipo e coinvolgente, realista e disilluso interpretando Tiresia.

L’adattamento del testo è  curato dalla stessa attrice Patrizia La Fonte e Irene Losch

L’adattamento del testo, curato dalla stessa attrice Patrizia La Fonte e Irene Losch, cerca di mettere in risalto, la deriva amara in cui ci troviamo. La regia di Giuseppe Marini, mette in evidenza questa situazione, marcandola con ritmi delle volte in opposizione a quelli immaginati dall’Autore, perfetti per l’ambientazione.

Giancarlo Leone

 

Giancarlo Leone: Giornalista specializzato in teatro